Omelia VII domenica dopo Pentecoste, rito ambrosiano

La Liturgia oggi ci mette di fronte ad una scelta e ci chiede: vogliamo un Dio così? Noi siamo – come nella grande assemblea di Sichem – tra coloro che, interrogati, rispondono: “Sì! Noi vogliamo servire il Signore.”? Nella versione evangelica, in Gesù,  significa accettare un Dio che serve, un Dio umile, un Dio che si chinerà a lavare i piedi ai Suoi discepoli, un Dio che morirà in croce per noi. Noi accettiamo davvero un Dio così?

Non è facile rispondere, sapete. Perché non conta quanto abbiamo camminato nella vita cristiana. Ogni volta che ci troviamo di fronte al Signore che si rivela, noi ci accorgiamo che, pur avendo capito tanto, pur avendo camminato tanto, è ancora così lunga la strada che ci porta a convertirci realmente: al Signore così come Lui è, così come Lui si dona.

 

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Quante volte noi, in realtà, continuiamo a figurarci Dio secondo i criteri del potere, come Uno che fa quello che vuole, Uno che deve cambiare le situazioni, risolverci i problemi, darci il pane perché abbiamo fame. E non cerchiamo Lui, cerchiamo i Suoi doni. Gesù non vuole questo.

 

Noi continuiamo a ragionare come fanno a volte i bambini. Spesso vogliono bene e basta, ma in alcune fasi sembra che a loro interessi solo ottenere dai genitori cose, regali, permessi. E’ come se non vedessero più il dono che i genitori fanno di se stessi. Sembra che non gli interessi più chi sei tu, ma soltanto le cose che tu gli dai. E le cose che dai non sono più il segno di un amore, sono una cosa dovuta, che si esige.

Ecco, di frequente con Dio noi applichiamo questa logica. Rispetto a Lui ci mostriamo come bambini che sono interessati ai Suoi doni, ai Suoi regali. Ma quando Lui si pone come il Dio che si dà, che si regala a noi, noi restiamo sospesi, come dire: “Aspetta! A me basta che tu mi dia quella certa cosa, non ho  bisogno d’altro. Non esageriamo!”.

 

Perché quando accogli Lui, l’unico modo per restituire è il darti totalmente. Non ci sono più vie di mezzo. Finché ti dà una cosa, tu puoi darne un’altra in cambio e in qualche modo – sia pure non allo stesso livello – pareggiare i conti. Ma quando Lui ti da Se Stesso, tu che cosa fai per restituire? Gli dai te stesso, ti rimetti in gioco totalmente, fai alleanza – come diceva la prima lettura. O, semplicemente, rinnovi il tuo totale affidamento a Lui,  in una forma di alleanza assolutamente originale, come quella di Pietro alla fine del brano evangelico.

 

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Immagine: Crocifissione, Marc Chagall

Omelia VII domenica dopo Pentecoste, rito ambrosianoultima modifica: 2010-07-15T11:25:00+02:00da fragiampaolo
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