Matteo 9, 18-19, 23-26

 Matteo 9, 18-19, 23-26

Mentre diceva loro queste cose, giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: “Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà”. Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: “Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme”. E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.

 

prima.jpgC’è poco da fare. Ciò che più ci angoscia e che determina il nostro vivere quotidiano è spesso la morte. Di fronte ad essa la nostra posizione umana non è in grado di trovare risposte e di fronte ad essa tutto sembra terminare e concludersi.

Ciò che dobbiamo imparare è chiedere che la mano del Signore si stenda sulla nostra morte, sulla nostra caducità, sul nostro essere incapaci di guardare oltre; dobbiamo chiedere che venga aumentata la nostra fede. Così come il capo della sinagoga che di fronte alla disperazione per la morte della propria figlia comprende che l’unica vera strada è quella del Signore e di fronte a questo riconosce vera la sua natura umana portandola in primo piano rispetto al ruolo ed alla carica da lui ricoperta. Prendere coscienza di essere uomini legati dallo stesso destino; prenderne coscienza da subito senza attendere occasioni drammatiche. Avere il coraggio di spogliarsi del proprio abito legato al ruolo che giochiamo nella società per accogliere e condividere la nostra umanità con tutti.

 

Matteo 9, 18-19, 23-26ultima modifica: 2010-06-05T14:07:00+02:00da fragiampaolo
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