Omelia festa Santa Trinità, rito ambrosiano

TrinC-L.jpgCome è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?”: è una domanda interessante, che forse ogni tanto ci poniamo anche noi. Come mai noi sappiamo chi è Dio e Lo abbiamo accolto e molte altre persone no? Come mai non c’è stata una manifestazione chiara al mondo, che in qualche modo rendesse evidente per tutti l’esistenza di Dio e la Sua reale natura?

E’ un quesito lecito. La risposta di Gesù immediatamente ci lascia perplessi e richiede qualche riflessione. Egli infatti replica: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola” e continua: “e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”.

In fondo, questo versetto ci dice che c’è un modo solo di accogliere la manifestazione di Dio ed è nella libertà e nell’amore. Qualunque altra manifestazione che “costringa” a credere non è una rivelazione di Dio, perché non parla realmente di Lui, che è libertà e amore. Il Suo modo di manifestarsi, dunque, è del tutto conseguente a ciò che Lui è e a ciò Lui che vuole da noi: libertà e amore.

 

Vedete, noi viviamo in un periodo storico strano, in cui è diventata generale una forma di cosiddetta “fede” – in realtà fatico a considerarla tale –,  che si accontenta di sapere che Dio esiste. E’ una mentalità secondo la quale non credere, essere atei, significa non credere che Dio esiste; essere credenti significa credere che Dio c’è. Questo credere nell’esistenza di Dio, però, non comporta nessun cambiamento nella vita, nel modo di pensare, nelle situazioni pratiche.

Una posizione del genere è davvero anomala, tanto che, in realtà, alla luce della ragione, non può esistere. Se ci pensiamo, ci rendiamo conto che non esiste nessuna notizia che per noi sia veramente neutrale. Venire a conoscenza di un furto, sia pure in una località remota da noi, istintivamente ci porta a diventare più guardinghi, a controllare bene le porte. Sapere che una zona della città è stata chiusa al traffico, ti mette il dubbio sull’opportunità di scegliere un percorso differente dal solito.

Certo, se vuoi continuare a far finta che la notizia non ti sia arrivata, puoi andare avanti tranquillo e fare finta di niente. Poi, ti ritroverai la casa svaligiata e in coda per andare al lavoro.

L’indifferenza assoluta, però, non è la nostra reazione normale. Perché ogni notizia dentro di noi ha un’azione, suscita un movimento, una reazione; per lo meno ti mette di fronte ad un bivio: continuare come hai sempre fatto o scegliere una nuova strada.

 

Invece, la presunta “fede” che si limita ad affermare l’esistenza di Dio, non va oltre, non cambia nulla, non ha conseguenze nella vita concreta. Non fa accadere niente. Non porta a mettere in moto qualcosa che ti cambia l’esistenza, che ti sviluppa, ti costruisce secondo un criterio diverso. Ora, capite che questa non può essere fede. E’ una fede da documentario televisivo. Tanti si considerano credenti perché hanno sentito del Vangelo più o meno quanto riesci a cogliere quando sei in dormiveglia davanti alla televisione: ogni tanto apri gli occhi, senti mezza notizia, poi ti riaddormenti. Alla fine ti svegli e dici che hai capito. Non hai capito niente: stavi dormendo!

E non puoi dire che hai capito, perché non ti sei lasciato coinvolgere: erano già notizie esterne a te, ma tu non ti sei lasciato prendere il cuore.

 

Il Vangelo di oggi ci dice che non è possibile credere in questo modo. La fede è una di quelle realtà che non capisci, se non ti lasci coinvolgere e cominci a camminarci dentro. Non c’è una possibilità diversa. Non puoi guardarla da fuori e pensare di aderire solo quando…

 

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Omelia festa Santa Trinità, rito ambrosianoultima modifica: 2010-06-03T12:15:54+02:00da fragiampaolo
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