Matteo 9-9.13

Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: “Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?”.  Udito questo, disse: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.

Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori”.23conta.jpg

 

 

La chiamata di Matteo e il pasto coi peccatori

 

Che bravo Matteo, senza tentennare e porsi tante domande si alza e lo segue.

Io sarei capace di fare altrettanto e di seguirlo all’istante o sarei titubante e zoppicante?

E poi… Gesù va a mensa con pubblicani e peccatori…

Mangiare assieme ai peccatori è gesto di comunione: per i farisei esprime complicità, per Gesù la Misericordia di Dio. Questo è un atto di intimità e letizia e ci fa sentire la  sua famiglia.

Lo  stare a tavola di Gesù  con i peccatori è un segno di speranza offerto a chi si sente perduto Gioisco di essere nonostante tutto un invitato e con questa gioia accolgo le parole finali del brano “Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”.

Iorio

Matteo 9-9.13ultima modifica: 2010-05-18T07:39:00+02:00da fragiampaolo
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