Omelia V domenica di Quaresima, rito ambrosiano

lazzaro.JPGC’è un modo superficiale di pensare alla morte del Signore, che fa interpretare il precipitare degli eventi come un problema per così dire “politico”: Gesù è andato a cacciarsi in un posto dove c’era gente “più grande” di Lui, ha urtato tutti i potenti  ed era ovvio che finisse male. E’ una lettura che molti hanno usato a lungo. Hanno visto la morte di Gesù come la conseguenza di una situazione, che fino a quel momento è riuscito a gestire, ma ad un certo punto gli sfugge dalle mani: troppo grande, troppo potente il contesto che sta attorno a Lui!

In realtà,  invece, i Vangeli ci presentano la morte di Gesù come momento scelto, voluto da Lui. Non come un incidente di percorso, ma come qualcosa che Gesù sceglie e fa succedere: Lui si consegna alla morte. E quello che noi stiamo vivendo, leggendo questa pagina evangelica, è proprio il momento nel quale Gesù decide di ingaggiare battaglia direttamente con la morte. Non è certo una novità, nell’esperienza di Gesù. In realtà, tutta la vita ha lottato contro il peccato. Chiunque creda, e abbia minimamente affrontato la pagina di Genesi, sa benissimo che peccato e morte sono due facce della stessa medaglia; entrano insieme nel mondo. La morte entra per il peccato. E quando Gesù combatte contro il peccato, sta combattendo contro il Male, che ha inserito la morte nel mondo. Ora, questa battaglia si è protratta per tutto il tempo della vita di Gesù. Non c’è momento nel quale Gesù non abbia combattuto contro il male e contro il peccato. Lo ha fatto salvando i peccatori, usando la parola per chiamarli alla vita, liberandoli dalla loro schiavitù, facendoli tornare ad un’esistenza purificata e nuova, illuminandoli con la luce di una conoscenza diversa, dando loro un’acqua e un pane che sono per la Vita Eterna. Sono le stesse azioni che fa in quest’episodio per un morto. Quello che Gesù fa per i peccatori è del tutto analogo a quello che fa per Lazzaro.

E’ la ragione per cui che la narrazione della risurrezione di Lazzaro viene letta in questa ultima  domenica di Quaresima. La domenica successiva inizia la  Settimana Santa, che culmina  nella notte della grande Veglia Pasquale, in cui i catecumeni venivano battezzati. Era cioè loro indicato che avrebbero vissuto un cammino di uscita dal sepolcro del peccato, dove erano stati rinchiusi fino a quel momento, per opera della grazia di Dio. Dunque, anche la Liturgia che stiamo vivendo riconosce il profondo legame tra la  morte e il peccato.

La lotta che Gesù vive, a questo punto arriva al suo vertice. Ha lottato contro il peccato, ma non basta. Perché la morte continua a fare da padrona. C’è ancora quella realtà, che è alla fine della vita di tutti. Tutti noi conosceremo la morte. Non c’è alcuna possibilità di evitarla.

Gesù  entra dentro la morte, la grande avversaria dell’uomo, e combatte lì direttamente. Il mattino di Pasqua la Liturgia ci farà dire che c’è stato un grande duello tra la vita e la morte. E’ uno degli inni tradizionali, almeno nel rito romano, la  grande preghiera che canta: “Mors et vita duello conflixere mirando: dux vitae mortuus, regnat vivus” –  “La morte e la vita si sono affrontate in un prodigioso duello e il Signore della vita, che era morto, ora regna vivente in eterno”.

Alla luce di questo grande scontro, ci rendiamo conto di quello che è in gioco nel nostro brano evangelico: Gesù ha alzato il tiro, è andato direttamente contro la realtà della morte. E la morte reagisce. Il padrone della morte contrattacca. Perché adesso…

 

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Immagine: Resurrezione di Lazzaro, Beato Angelico, 1450, Museo di San marco, Firenze.

Omelia V domenica di Quaresima, rito ambrosianoultima modifica: 2010-03-24T10:45:33+01:00da fragiampaolo
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