Omelia Natale, messa del giorno

Ghirlandaio_Nativita2.jpgPer conoscere una cosa, per conoscere una persona, certamente sono importanti i particolari: una caratteristica minuta, una dimensione specifica. Quando faccio fotografie, raramente scelgo soggetti vasti; mi piace cogliere qualche dettaglio, capace di rendere un certo tono, un sapore, l’emergere di un elemento irripetibile. Però, bisogna ammettere che la visione d’insieme è importante. Se tu sei al mare e l’unica cosa che vedi è la poca sabbia che hai a portata di mano e l’acqua in cui ti immergi, non hai l’idea di che cosa è il mare. Il mare è una realtà infinitamente più grande, che sta di fronte a te, che arriva fino all’orizzonte, che è pieno di vita, che prende tutti i colori del giorno e della notte. Una volta acquisita la visione d’insieme di una situazione, riesci poi a tornare ai particolari e a comprenderli in modo completamente nuovo.

Quello che oggi ci è regalato è la visione d’insieme. Non di un piccolo particolare, di un momento della storia. Ci è regalata la visione d’insieme di che cosa è la storia. Anzi, di più: ci è regalata la visione d’insieme di tutto ciò che riguarda l’uomo e di tutto ciò che riguarda Dio.

Quello che noi oggi contempliamo nel Bambino Gesù, è la possibilità di vedere in un colpo solo tutto ciò che riguarda noi e Dio. Il nostro sguardo deve fermarsi su di Lui e imparare a scoprire e a trovare in Lui realtà che sono spettacolari.

 

Intanto, quando noi guardiamo gli occhi del Bambino che ci sorride nella mangiatoia, noi vediamo come Dio guarda il mondo. Quando Dio guarda noi, lo fa con gli occhi di un bambino; con lo stesso sguardo attento, che vede tutto come una sorpresa, come una gioia, come qualcosa di grande. Dio, quando guarda il mondo, vede il mondo così, con gli occhi di questo Bambino.

Gesù Bambino rivela il modo che Dio ha di affrontare la nostra storia. Quando tu Lo prendi in braccio, in realtà stai tenendo in braccio l’universo. L’universo è costruito secondo quello che è un bambino. E’ vita. E’ vita che accoglie, che si dona. E’ semplicità. E’ contemporaneamente perfezione – perché un essere umano è perfezione, anche quando è così piccolo – ed è amore. Quando tu accogli questo Bambino, ti rendi conto che stai tenendo in braccio l’uomo così come deve essere. Quando dici essere umano, quando dici uomo, devi pensare a Lui.

Il Bambino Gesù è la grande rivelazione, è la grande presenza di Dio per noi. Tutto ciò che conosciamo di Dio, lo conosciamo tramite Lui. Tutto ciò che sappiamo di noi, lo conosciamo tramite Lui.

 

Di una cosa siamo certi: di un Dio come Lui non puoi aver paura; non puoi temere che voglia sopraffarti, annullarti, distruggere la tua personalità…

 

Tutta l’omelia: Natale_Giorno_2009.doc

 

Immagine: Natività, Domenico Ghirlandaio, 1492, Fitzwilliam Museum, Cambridge

Omelia Natale, messa del giornoultima modifica: 2009-12-28T18:04:55+01:00da fragiampaolo
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Un pensiero su “Omelia Natale, messa del giorno

  1. Il Gesù Bambino che abbiamo nella nostra chiesa ha gli occhi vispi, dolci e stupiti e quando ti inginocchi vicino a lui sembra proprio che cerchi di entrarti nel cuore. Ma durante la Messa di Natale abbiamo visto un bambino in carne ed ossa che dalle braccia del papà ci guardava, e guardava l’altare e fra’ Giampaolo che predicava, proprio con quello stesso sguardo. Ed è stata una scoperta nuova sentire che Gesù è così, che Dio è così e vedere in lui la nostra grandezza e perfezione e la sua fragilità e il suo donarsi. E vedere che nel suo sguardo, nel suo essere totalmente indifeso c’è dentro tutta la potenza, la verità, la santità di Dio. E non era più facile riuscire a non abbassare lo sguardo davanti a quello sguardo. E capivi che solo l’amore può sostenere quello sguardo. L’unico modo vero di entrare in relazione con lui era di amarlo – o meglio, molto meglio, di non opporre resistenza al suo amore. Lo sguardo del Bambino era come lo sguardo di Gesù dalla croce, come quello che ha rivolto al discepolo nel dirgli “Seguimi”, come quello con cui ha risollevato la peccatrice, con cui ha salvato Pietro. Il Bambino ha sorriso e nella sua dolce onnipotenza mi ha fatto un dono immenso e impensato: d’ora in poi quando penso a Dio lo penso che mi guarda, che ci guarda, che guarda il mondo con gli occhi pieni di stupore e di gioia e di accoglienza di quel Bambino. E so che l’innocenza di quel sorriso è la forza che salva l’universo.

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