Omelia Notte Natale 2009

Questa Notte viviamo in modo unico il dono della Comunione che è cantata dagli angeli: “Gloria Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama”. Pur non risuonando direttamente questo brano evangelico la Liturgia della Parola sembra esserne un lungo approfondimento.

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Entrambi i doni che Cristo ci spalanca – la pace tra di noi e la pace con Dio – dipendono dalla fede. Dipendono cioè dal nostro guardare il Bambino Gesù nella culla di paglia e credere che è veramente il Figlio di Dio. Tutto è legato al nostro dire: “Credo”; un atto semplicissimo, che è al tempo stesso il più difficile, il più impegnativo, il più importante. Perché molti – che pure si dichiarano credenti – non vivono secondo questa dinamica e secondo questa logica. Non dicono davvero di sì a Lui; dicono magari di sì a un progetto umano bello, interessante, gradevole, a un’idea di Dio che però non è quella che troviamo guardando il Bambino Gesù. Noi siamo invitati a guardare quel Bambino e a dire: è il Dio con noi! Questo richiede da parte nostra un cambiamento profondo. Noi non possiamo prendere Cristo Gesù e aggiungerlo alla nostra vita, tenendola tutta uguale. E’ una tentazione che si affaccia sempre, ma non può funzionare. Se davvero vogliamo dire di sì a questo Signore, che agisce per noi e nella nostra storia,  dobbiamo avere il coraggio di togliere tutto ciò che non corrisponde a quanto Lui dice e chiede, per rinascere come uomini e donne nuove. Per rinascere bisogna morire a qualcosa. Non possiamo pretendere di fare un passaggio indolore. Non si può, semplicemente.

Quando abbiamo il coraggio di morire in questo modo e di rinascere, ci accorgiamo che guardare il Bambino Gesù significa essere veramente nella luce. Se avete fatto caso, le…

 

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Omelia Notte Natale 2009ultima modifica: 2009-12-27T21:58:31+01:00da fragiampaolo
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