Omelia Divina Maternità di Maria, rito ambrosiano

Madonna del Parto Leonessa2.JPGDurante questo tempo di Avvento, abbiamo attraversato molti diversi modi di vivere e di pensare l’attesa. Il termine attesa, infatti, può, nelle varie circostanze, rivestire significati decisamente lontani l’uno dall’altro. C’è l’attesa vissuta da qualcuno che, in realtà, nutre una generica speranza, ma non ha nessun segno immediato, non ha niente che suggerisca davvero la possibilità di un cambiamento. E’ l’attesa di qualcosa di indeterminato, che risolva, che aiuti, che faccia superare le difficoltà. Ma c’è un altro modo di pensare l’attesa, che è quasi opposto: è quello di una donna che aspetta un bambino ed è arrivata agli ultimi giorni prima del parto. Si tratta sempre di un’attesa, ma completamente diversa nelle sue connotazioni. E’ attesa nella certezza di una presenza. E’ attesa di un evento di grande, straordinaria bellezza, la cui nota dominante è la gioia del compiersi di un cammino, di una promessa.

Due attese. Una fatta solo di un’indefinita, superficiale speranza; l’altra fatta di certezza. Tutto il tempo dell’Avvento è servito ad insegnarci che qualche volta capita di vivere secondo la prima modalità, ma quella giusta è la seconda. Ecco, noi siamo chiamati a vivere l’attesa – soprattutto di questi giorni – come un’attesa piena di una speranza, che è una vera certezza: Lui c’è; è già presente; stiamo attendendo la Sua piena manifestazione.

 

Siamo invitati, quindi, ad entrare nel cuore di Maria: perciò lei è collocata al centro della Liturgia  di quest’ultima domenica prima del Natale. Lei è la grande figura di riferimento, per dirci come dobbiamo e possiamo vivere questo tempo, questi giorni. Ascoltiamo il suo cuore per crescere con lei e per imparare da lei. La Liturgia identifica questo entrare nel cuore di Maria con la letizia. Noi possiamo e dobbiamo entrare nel cuore di Maria, sapendo che quello che troviamo è la letizia. La letizia del cuore, quella che da dentro ti fa sgorgare qualcosa di nuovo.

E’ l’invito dell’angelo: “Rallegrati, piena di grazia” – lo abbiamo ascoltato nella traduzione nuova. “Rallegrati” è l’invito che viene rivolto a Maria nel brano del Vangelo, ma è presente in tutta la Liturgia e soprattutto nella seconda lettura che ci viene donata. Paolo esorta a vivere immersi in questa gioia profonda, che nasce dall’attesa e dall’incontro con il Signore. Di fatto questa pagina di Paolo, inserita nella Liturgia della Divina Maternità, diventa anzitutto la descrizione del cuore di Maria. Ci racconta la vita intima di Maria, che è chiamata anche…

 

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Immagine: Madonna del parto

Omelia Divina Maternità di Maria, rito ambrosianoultima modifica: 2009-12-23T17:58:26+01:00da fragiampaolo
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