Omelia Immacolata Concezione

immacolata.JPGIl male è ovunque. Nessuno di noi conosce una qualsiasi situazione, nella quale sia coinvolto un essere umano, dove in qualche modo non si introduca un elemento negativo. E’ un dato che  si ripete con inesorabile certezza. Anche nelle attività più belle, nei sentimenti più nobili, che dovrebbero essere capaci di cambiare la vita, di riempirla, di farla diventare elevata e piena di valore, il sibilo del male si intrufola sempre. E ti accorgi che anche nell’amore, anche nella donazione, può essere presente invece l’egoismo, che si insinua fino a ridurre il bene ad un elemento esteriore, di facciata. Fino a prendere il sopravvento e condurre interamente al male ciò che abbiamo iniziato con le migliori intenzioni. Questa realtà di male che corrompe – non distrugge, però corrompe tutte le cose: di fatto ti impedisce di gustarle appieno –  è una connotazione universale. Laddove c’è un uomo, laddove c’è una donna, c’è sempre qualcosa che entra a disturbare, che rovina. Non riesce a distruggere, perché ci sono comunque delle cose che sono così forti, così belle che non possono essere distrutte. Però sono ferite, sono sfregi; sono come un’opera d’arte, sui cui un vandalo ha disegnato con la bomboletta. E’ sempre un’opera d’arte, ma intanto qualcosa non funziona più nello stesso modo.

 

Secondo i miti del mondo moderno, questa situazione dipende dalla cultura. Gli illuministi sostenevano che in realtà l’uomo era buono per natura; la sua corruzione dipendeva solo dall’influsso degli elementi culturali, che assorbiva dalla società in cui cresceva. Quindi – concludevano – togli tutto quello che influenza un uomo e l’uomo sarà naturalmente buono. Al di là di ogni altra obiezione, diciamo che è una teoria che non può essere verificata. Si tratta appunto di un mito, perché non può esistere un essere umano privo di ogni influsso culturale.

La Chiesa – più realisticamente – dice: questa realtà tocca tutti. E usa un’immagine molto forte. Perché la identifica con un peccato di origine, cioè qualcosa  di analogo a ciò che noi facciamo trasmettendo la vita: come trasmetti i caratteri ereditari, così trasmetti anche qualcosa che segna profondamente la persona – attenzione che stiamo parlando solo per analogia; stiamo usando immagini per aiutarci a capire; naturalmente non è quanto avviene in senso proprio, altrimenti non torna il discorso seguente. Però, in tutti gli esseri umani, sempre, c’è dentro questa realtà, questo peccato di origine che comunque sfregia tutti. Anche quando poi, con il Battesimo, viene fatto il dono di togliere quel peccato d’origine, quel peccato ha comunque intanto lasciato ferite e quelle ferite si vedono.

 

Ma l’annuncio non sta qui. L’annuncio della Chiesa dice: c’è una realtà di corruzione che tocca tutte le realtà umane e tutti gli uomini, ma – qui sta il Vangelo – questo non dice chi è l’uomo veramente. Perché non dobbiamo valutare l’essere umano a partire da questa realtà di corruzione. Non possiamo valutare l’opera d’arte a partire dal fatto che qualcuno l’ha sfregiata. Se fai così, non capisci più qual è la bellezza dell’opera d’arte.

Certo, ci viene spontaneo notare per prima cosa lo sfregio e perciò intristirci piuttosto che rallegrarci. Vedi un’opera stupenda e noti subito che è deturpata: ti arrabbi, ti rammarichi, protesti. Così accade nella nostra vita. Di fronte al peccato, di fronte alle realtà che corrompono ogni cosa bella, il rischio è che la nostra attenzione corra alla deturpazione e non alla reale bellezza di ciò che è stato sfregiato.

Noi su questo dobbiamo ragionare, alla luce dell’annuncio che ci viene fatto oggi. Attraverso la visione, la contemplazione di Maria Immacolata – che in realtà ci rimanda al Figlio, a Colui che ha condiviso con noi la natura umana in tutto, tranne che nel peccato –, è donato un annuncio grande per noi. E’ l’annuncio che l’uomo e la donna non sono definiti nel loro essere profondo da questo peccato. Sono definiti dall’amore e dalla grazia.

 

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Omelia Immacolata Concezioneultima modifica: 2009-12-11T12:36:59+01:00da fragiampaolo
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