Omelia III domenica di Avvento, rito ambrosiano, anno C

s-giovanni.jpgNella Liturgia odierna emergono tre atteggiamenti, che sono importanti  da vedere e da sottolineare. Si possono leggere come un percorso, che si sviluppa nella vita spirituale, e passa dal “quasi dubbio” alla fede piena. Ma sono anche atteggiamenti diversi che, nel corso della vita della fede, si danno il cambio ogni tanto, senza seguire necessariamente una successione lineare. A noi piacerebbe svolgere un percorso continuativo, che ci permetta di passare dal poco al tanto. Invece qualche volta  – come vedremo – passiamo dall’atteggiamento che Paolo ha maturato nella seconda lettura, a  Giovanni il Battista, in un batter d’occhio.

Il primo atteggiamento è quello di Giovanni il Battista, che mostra una cautela, uno stupore che davvero non ci aspetteremmo, di fronte a Gesù. Possiamo capire quando noi, che siamo gli ultimi della fila, ci chiediamo: “Ma sarà proprio vero?”. Ma ci sorprende che sia  il Battista a chiedere a Gesù: “Sei davvero tu?”. Accade che Giovanni il Battista si trova a confrontarsi con un uomo mite – Gesù quando parla di Se Stesso dice di essere “mite e umile di cuore”. Giovanni trova di fronte un uomo mite: per lui è sconvolgente, perché  aspettava un Messia glorioso, un potente capo militare, qualcuno che, arrivando, eliminasse tutto quello che non andava bruciandolo e prendesse invece i giusti e li facesse risplendere. Questo era il suo annuncio. E invece si trova di fronte a Gesù, che non solo non brucia i cattivi, ma li va a cercare, anzi dice che la Sua missione è “cercare coloro che sono perduti”. Ecco che Giovanni si trova totalmente spiazzato e gli sorge la domanda: “Ma sei davvero tu quello di cui parlavo io?”. Giovanni aveva maturato un certo tipo di attesa, che è anche motivata da molti brani della Scrittura, e si trova di fronte a Gesù che agisce e fa cose diverse da quelle che lui si aspetta.

Gesù corregge questa attesa di Giovanni – che noi quasi chiameremmo dubbio, anche se non lo è nella sua formulazione specifica. Certo, se venisse in mente a noi una domanda del genere riferita a Gesù, penseremmo di vivere una crisi di fede.

Invece, Gesù non contrasta questa domanda apertamente; non dice che anche Giovanni ha sbagliato tutto. Anzi, l’effetto è proprio l’opposto. Se avete fatto caso, di solito Gesù  agisce grazie alla fede. Quando opera un miracolo dice: “La tua fede ti ha salvato” e nei Vangeli si riferisce che Gesù ha guarito poiché ha visto la fede di quelli  che stavano attorno all’ammalato e che gli portavano la persona. In questo caso, di fronte ad una domanda incredula, scattano un mare di miracoli. Perché è una domanda fatta con amore; è una domanda che è veramente ricerca di Gesù. Non è una domanda di quelle che mettono le distanze; di quelle che ti impediscono di fidarti fino in fondo, che ti chiudono nello scetticismo. E’ una domanda di quelle che fai per passione. Ecco: Giovanni fa una domanda che, pur essendo una domanda quasi da dubbio, ha talmente tanta fede dentro da scatenare una serie di miracoli attorno a Gesù. Se avete fatto caso, è proprio così che accade. Il testo specifica “in quello stesso momento”:  appena a Gesù viene fatta la domanda, all’istante molte persone guariscono.

 

Per leggere tutta l’omelia: III Domenica di Avvento.doc

 

Immagine: Giovanni Battista, Tiziano.

Omelia III domenica di Avvento, rito ambrosiano, anno Cultima modifica: 2009-12-03T11:49:17+01:00da fragiampaolo
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