Omelia VII domenica dopo il Martirio del Battista, rito ambrosiano, anno B

Tre livelli di verifica e azione sono presenti nelle letture di questa domenica:

il primo è quello personale: lascia crescere il bene nel tuo cuore.

Il secondo è: guarda il bene che cresce nella tua comunità e incentivalo.

Il terzo: mettiamoci a servizio del mondo, di tutto ciò che sta fuori dalla Chiesa, dalla comunità cristiana.

 

Anzitutto quello che devi guardare è se sei disposto – ed è questo il primo, fondamentale passaggio – a lasciar fiorire qualcosa di nuovo dentro di te. Da questo si parte. Non c’è un altro punto di partenza. Se noi pensiamo di partire cambiando le cose fuori di noi, abbiamo già perso. Il punto dove si può fare qualcosa per cambiare è il nostro cuore. Nel nostro cuore bisogna cominciare. Nel nostro cuore deve fiorire qualcosa di nuovo.

Se io sono in un quartiere brutto, dove non c’è una pianticella, non c’è verde, c’è solo smog, posso tentare di cambiare le cose perché vado in consiglio comunale, metto fuori gli striscioni, manifesto, cerco di convincere, e probabilmente non ottengo risultato, oppure posso prendere una pianta e metterla sul balcone. Così il verde comincia ad esserci. Se altri, uno ad uno, fanno la stessa cosa, quello diventerà un luogo verde.

Il cambiamento è possibile a partire da se stessi, dalla propria vita: non prima di tutto dal di  fuori; prima di tutto dal di dentro. Non c’è nessuna riforma della Chiesa, nessuna riforma della vita cristiana che non parta dal cuore dell’uomo.

 

Il secondo livello del percorso, che le letture ci suggeriscono, consiste nel non lasciarsi prendere dallo sconforto quando guardi la comunità nella quale vivi. Guarda il miracolo del grano, non la banalità della zizzania. Io non so perché noi continuiamo ad essere fissi sulle cose che non funzionano. Guarda quelle che vanno! Se ti metti a notare tutte le negatività, ne troverai di certo. Sappiamo che c’è il male; non è una scoperta. La notizia è che c’è anche il bene. E che una persona, che sembra comportarsi male in  una certa situazione, in un’altra sta lasciando germogliare la grazia di Dio e sta agendo grazie all’opera di Dio. Guardiamo il grano che sta crescendo. Perché non ce ne accorgiamo? La prima lettura, ad un certo punto, diceva: “sta germogliando una cosa nuova, non ve ne accorgete?”. Quasi sempre dovremmo rispondere che non ce ne accorgiamo, perché continuiamo a guardare le cose che non stanno andando, che non funzionano, che bloccano il meccanismo. Guarda invece il grano! Guarda che cresce qualcosa di nuovo! Guarda che qualcosa sta venendo su, in un mondo che sembra invece impedire ogni crescita di cose buone. Godi di questo! Perché è importante!

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C’è poi un terzo livello, sul quale siamo invitati ad orientare il nostro percorso. Quando noi diventiamo capaci di guardare secondo il cuore di Dio e di accorgerci del bene che sta crescendo, allora noi siamo per il mondo un seme. Noi siamo per il mondo il lievito. Così dicevano le parabole, che abbiamo ascoltato nel Vangelo.  All’interno di questa società – che pure magari non riconosce il Signore Gesù e Lo avversa – noi siamo quella realtà che fa crescere da dentro. Non una realtà che si oppone. E’ bella l’immagine del lievito. L’immagine del lievito è quella che ci impedisce di pensarci come gente che sta di fronte ad un mondo che non costruisce secondo il Vangelo, come il baluardo, come chi si  pone “contro”. Invece, quello che il Vangelo ci chiede è di porci “dentro”. Certo è difficile. E’ più facile stare contro. Si tengono le distanze. In questo caso invece le distanze si annullano: entri dentro. Diventi parte della pasta. Perché il lievito fa così: si mescola alla farina e all’acqua e insieme tutte queste realtà creano il pane. Insieme.

Ecco: noi siamo a servizio del mondo. Il nostro compito, come comunità cristiana, è essere nel mondo coloro che fanno germogliare qualcosa di nuovo; che dove c’è il deserto fanno crescere qualcosa di verde; che dove c’è fame fanno lievitare un bel pane, che può sfamare tutti.

 

Se vuoi leggere l’intera omelia da cui è tratto questo post clicca: VII_Domenica_dopo_il_Martirio_di_san_Giovanni_Battista.doc

 

Immagine: la raccolta del grano in un opera di MILLET, Jean-François, Estate a Buckwheat Harvest, 1868–74, Olio su tela, Museum of Fine Arts, Boston.

Omelia VII domenica dopo il Martirio del Battista, rito ambrosiano, anno Bultima modifica: 2009-10-16T19:07:56+02:00da fragiampaolo
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