Omelia III domenica dopo il Martirio del Battista, rito ambrosiano, anno B

Rinascere “vento”

Quando ti avvicini a Dio – nello specifico a Gesù di Nazareth -, cercando semplicemente delle conferme, qualcuno che ti faccia stare tranquillo, che ti lasci nella tua pace e ti tolga tutte quelle cose che in fondo ti danno fastidio, non incontri Lui ma una sua caricatura.

Quando l’incontro invece è autentico Lui ti spiazza completamente, come succede a Nicodèmo. Nicodèmo si trova ad essere invitato a “vedere il regno di Dio”; ora il termine che viene usato nel testo originale, significa sì vedere, ma significa anche “sperimentare”, “incontrare”, “partecipare”. Allora “vedere il regno” significa “partecipare del regno”. Non semplicemente accontentarsi di uno sguardo da lontano, costruito sulle idee, ma entrare, lasciarsi coinvolgere. Lasciare che quel regno, di cui stai parlando, diventi qualcosa che ti attrae; non qualcosa che tu porti nella tua orbita, come conferma di ciò che hai e che cerchi, ma qualcosa che ti tiri fuori da te stesso e ti porti nella sua orbita.

Nicodemus001.jpgOra, Nicodèmo è chiamato a “rinascere”, a “nascere dall’alto”, ad accettare di non essere lui a determinare come Gesù deve presentarsi, non essere lui a giudicarlo, ma semplicemente accoglierlo, perché è Lui Colui che scende dal Cielo e che viene nella sua esistenza.

Per noi non è diverso: dobbiamo accettare un principio nuovo, che non ci consente più di fare calcoli, di essere persone che vivono la fede come una conferma delle proprie scelte e convinzioni.

 

Se noi ci fidassimo, e imparassimo seriamente ad ascoltare la Sua Parola e ad essere portati, come il vento, dove la Parola ci conduce, ci renderemmo conto che il nostro cuore, di ascolto in ascolto, di Eucaristia in Eucaristia, troverebbe quella salute e quella pace che sta cercando. Perché saremo trasportati fuori di noi, come è stato per Nicodèmo.

Noi abbiamo bisogno di questo. Abbiamo bisogno di fidarci in questo modo. E di uscire da quella paura, da quello stare nell’ombra, da quel non farci coinvolgere pienamente, perché vogliamo un Gesù che intervenga solo dove abbiamo deciso noi.

 

Per leggere l’intera omelia: III_Domenica_dopo_il_Martirio_di_San_Giovanni.doc

 

Immagine: Gesù e Nicodemo, Julius Schnorr von CAROLSFELD, 1851-60

Omelia III domenica dopo il Martirio del Battista, rito ambrosiano, anno Bultima modifica: 2009-09-18T20:39:39+02:00da fragiampaolo
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