Un’altra riflessione sulla fedeltà di Dio

Strana esperienza quella di chi si trova di fronte qualcuno che punisce amando. Neanche i genitori ci riescono troppo: quante volte un richiamo è fatto per stanchezza, delusione, persino rancore.

Ancora più strano è essere puniti e amati nel rispetto di ciò che si è veramente: puniti quando non siamo fedeli a noi stessi e amati per come siamo, nel bene e nel male. Quante volte invece anche il migliore degli educatori punisce perché non si è fedeli ad una legge e ci rispetta perché vede del buono in noi.

Dio si è legato a noi credenti con una promessa che non viene meno neanche quando non crediamo più. Dio ha deciso di rivelarsi a noi mostrandoci la sua vita intima e coinvolgendoci in essa e non ritrae se stesso smettendo di donarsi neanche quando lo rifiutiamo e fuggiamo lontani.

Certo quando siamo di fronte a Lui non possiamo più nascondere la nostra nudità e le conseguenze del peccato mostrano tutta la loro forza. Non fa finta che vada tutto bene perché nessun medico fa in questo modo di fronte a un malato grave che si è conciato così con le proprie scelte: “il Regno sarà dato ad altri che lo faranno fruttificare”. Eppure questo non è un atto di ripudio. Dio ha stabilito la sua Alleanza eterna con questo popolo e non scioglie il legame dell’amore. Quando Gesù dice che l’uomo non deve – non può – separare ciò che Dio ha unito, chiede di imitare l’amore stesso di Dio che per primo vive questa indissolubilità.

Un’altra riflessione sulla fedeltà di Dioultima modifica: 2009-08-22T12:30:00+02:00da fragiampaolo
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