Omelia VII domenica dopo Pentecoste, rito ambrosiano, anno B

 

LucaGiordanoSanMichele.jpgCombattere

Il cristiano è un uomo di pace. Vive di Cristo “nostra pace”. Abita il mondo diventandone sale e luce. Non usa strumenti violenti e non considera nessuno come suo nemico.

Questa pace però è il risultato di un continuo combattimento contro se stesso.

Questa pace è il risultato della fiducia riposta in Dio che combatte con noi contro il male.

Il cristiano non è un uomo esonerato dal dolore, dall’incomprensione. Non fugge dalla vita che tutti condividono. Vive nel mondo senza condividerne i criteri esistenziali ed è percepito come un pericolo. Per questo ha dei nemici, anche se è chiamato ad amarli.

In ogni tribolazione si trova di fronte a un bivio: rispondere con la stessa moneta a chi fa il male o spezzare il circolo vizioso della violenza dicendo si al Vangelo. Ed ogni assenso è crescita nell’amore. Ogni decisione un passo verso la maturità cristiana.

Ammettiamolo: quando non abbiamo problemi e tribolazioni raramente camminiamo nella fede. Ci accontentiamo di quanto raggiunto. Quando invece siamo sotto assedio si risvegliano anche le nostre migliori energie. Raramente ci accorgiamo di essere maturati dopo un periodo tranquillo, spesso lo siamo attraversando una tempesta.

Certo è forte il rischio di soccombere, di scegliere la strada sbagliata, di lasciarsi andare. Ogni volta chiamati a scegliere il bene con frequenza scegliamo il male. La tribolazione da occasione diventa tentazione. Pensiamo di essere abbandonati, dimenticati da Dio. Ne cerchiamo la potenza secondo il mondo e non la potenza secondo Dio che è Cristo crocifisso. Quando però torniamo a fissare lo sguardo su di lui il nostro cuore trova pace. Lui è con noi proprio nel luogo dell’abbandono. Crocifisso alla nostra stessa croce.

In questo sguardo d’amore si apre e rivela la vita nuova del Risorto. La sua vittoria diventa la nostra. Il Crocifisso-Risorto è la nostra pace e la nostra forza. Il Suo amore non potrà mai essere infranto. Nessuna forza o persona potrà mai dividerci da Lui. Se teniamo fisso lo sguardo su di Lui ogni tentazione diventa occasione, opportunità di scegliere il bene.

Se vuoi leggere l’omelia della VII domenica dopo Pentecoste su questo tema: VII_Domenica_dopo_Pentecoste.doc

Immagine: Luca Giordano, la caduta degli angeli ribelli.

Omelia VII domenica dopo Pentecoste, rito ambrosiano, anno Bultima modifica: 2009-07-23T12:21:00+02:00da fragiampaolo
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Un pensiero su “Omelia VII domenica dopo Pentecoste, rito ambrosiano, anno B

  1. Auguri Blog! Vedo che entra in essere – in via più o meno sperimentale- proprio al’inizio di agosto: potremmo festeggiarlo con la bellissima data del perdono di Assisi. Grazie di un anno di cammino insieme e grazie della continua spinta, dell’invito a COMBATTERE con le armi della luce e dello Spirito, a riscoprire sempre la bellezza della nostra chiamata e a metterci tutto quello che siamo e che abbiamo per farla diventare sempre più forte e sempre più vera. L’augurio è che ci aiutiamo sempre ad accogliere ed amare Gesù, la Sua vita in noi, la Sua Via. Vorrei dire di non accontentarci mai: per quanto siamo avanti nel cammino, la bellezza dell’essere cristiani e dello stare con Lui l’abbiamo appena assaggiata, appena intravista da lontano. L’augurio è di un nuovo inizio, in cui sappiamo accogliere l’entusiasmo e lo stupore che ci vengono donati e coltivarli e donarli, anche attraverso questo mezzo: coinvolgiamoci e facciamolo crescere.

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