06 – La tristezza – L’antidoto della tenerezza

Terzo sentimento negativo: la tristezza. Anche la tristezza è un sentimento negativo, che va inteso bene. Non si tratta del dolore di fronte alla morte di una persona cara o ad una disgrazia: questo è normale. Qui la tristezza viene intesa come uno stato depresso, depressivo, che vede sempre negativo, sempre il mezzo bicchiere vuoto, mai quello pieno, che vede tutto nero. Calco un po’ la mano per far capire il concetto di una persona triste, che non riesce a gioire di niente, a valorizzare le proprie risorse, o le risorse degli altri. Pensate a livello di coppia: se uno dei due è triste, anche l’altro rischia di diventare triste. Una volta un signore toscano mi disse “Io quando mi sono sposato era una persona allegra, scherzavo. Ho trovato una moglie triste: le racconto le barzellette e non ride. Allora, alla fine sono diventato triste anche io.” Vedete, la tristezza è un sentimento che certamente non fa bene alla coppia. Pare che sia importante, anche per la nostra salute psicofisica, ridere un po’. I migliori psicologi dicono che bisognerebbe ridere almeno un quarto d’ora al giorno. Fate un po’ il conto: se almeno un quarto d’ora al giorno ridete, siamo sulla buona strada. E’ stato dimostrato scientificamente vero il proverbio che dice: “Il riso fa buon sangue”; non il riso che si mangia, ma il ridere, il sorridere, il rallegrarsi. Pare che faccia bene anche alla salute, non so spiegarlo tecnicamente, ma certamente migliora la circolazione del sangue, le difese immunitarie, le capacità dell’organismo di reagire anche agli stimoli esterni. La tristezza invece è esattamente il contrario. Pensate anche a livello educativo: genitori sempre tristi, che non sanno mai fare un complimento, non sanno mai incrementare le risorse positive dei figli, certamente rischiano di generare figli altrettanto tristi, depressi. Una volta  una signora mi diceva di suo marito, che era un uomo molto triste, che se la figlia tornava e aveva preso 6, lui la rimproverava perché non aveva preso 7; se aveva preso 7 perché doveva aver preso 8. Se avesse preso 10, probabilmente le diceva: “Hai fatto solo il tuo dovere”. Mai una volta un complimento, mai una gratificazione. Non è una buona pedagogia questa, di annullare le risorse. Una buona pedagogia è di incrementare le risorse, valorizzarle, canalizzarle positivamente.

 

Ecco tre sentimenti che ho spiegato molto rapidamente – io li ho separati, ma a volte si trovano anche tutti e tre nelle persone. Ognuno di voi può fare l’esame di coscienza e vedere in quali sentimenti si ritrova. Qual è l’antidoto a questi tre sentimenti negativi? E’ uno solo: la tenerezza, che è esattamente l’opposto di questi tre sentimenti. Si oppone  alla collera, perché è rispetto, è amorevolezza, è accoglienza e dono. Se io scelgo la tenerezza, non posso lasciarmi dominare dalla collera. Almeno come obiettivo, come tendenza. Poi nessuno ci riesce completamente; ma adesso parliamo di una scelta di vita. Chi sceglie la tenerezza, non può lasciarsi dominare dalla paura, dall’ansia. Perché la tenerezza è sentirsi amati da Dio; è dire “Grazie” con la vita, riconoscendo che Dio ci dona a noi stessi. Per cui chi vive la tenerezza non può lasciarsi dominare né dall’idea del destino – perché Dio provvede alla nostra vita –, né dall’ansia – perché si affida a Dio, ha fiducia. Anche nella vita di coppia, chi sceglie la tenerezza gioca la vita di coppia su un rapporto di fiducia. In fondo il Sacramento delle Nozze è un patto fondato sulla fiducia; se non c’è la fiducia diventa un inferno; non si vive più serenamente. Terzo: chi sceglie la tenerezza si rifiuta alla tristezza, perchè la tenerezza è gioia. E’ gioia di amare e di essere amati. E’ gioia di fare della propria vita un dono. E’ una nuova leggerezza dell’essere.

Quindi la tenerezza è esattamente il contrario dei tre sentimenti negativi che spesso ci dominano. A livello di coppia, comporta tutto quel linguaggio che si chiama “linguaggio carezzevole”, il linguaggio delle carezze. Per far sentire bene il coniuge. A livello genitoriale, il linguaggio delle carezze viene rivolto verso i figli. E’ dimostrato che i  bambini hanno bisogno delle carezze, come hanno bisogno dell’alimentazione, della protezione. Le carezze sono un balsamo. Il bambino deve sentire il contatto col corpo della mamma, del papà; sentire che c’è qualcuno che lo accoglie, che lo fa sentire amato. Questo è fondamentale per il bambino, ma è fondamentale anche a livello di coppia. La stessa sessualità coniugale è l’espressione di questo linguaggio carezzevole, per cui ognuno fa sentire l’altro amato. Una terapista americana ha scritto che ognuno di noi, grande o  piccolo, ha bisogno di quattro carezze al giorno per sopravvivere, otto per vivere, dodici per vivere bene. Fate una verifica.

Il problema è di scegliere la tenerezza, di non farsi scegliere dai tre sentimenti negativi. Nessuno di noi sceglie la collera, l’ansia o la tristezza; sono questi sentimenti che scelgono noi, se abbiamo avuto genitori con queste caratteristiche. Siccome però noi siamo persone libere, in grado di scegliere, il problema è non farsi dominare da quei sentimenti che sono stati generati in noi, ma scegliere la tenerezza come progetto di vita. Questa è la grande sfida! Io direi anche a chi di voi lavora nel campo della Pastorale: ditelo ai fidanzati che il Matrimonio sarà felice se tutti e due scelgono la tenerezza come sentimento forte, se lavorano per essere tenerezza l’uno per l’altro. Perché vuol dire imparare l’”arte di amare” e questo vale anche per le coppie in difficoltà. Io vi posso dire che le coppie che superano le crisi, le superano proprio riscoprendo la tenerezza come grazia di un nuovo “innamoramento”. La capacità di innamorarsi di nuovo ogni giorno, di riscoprirsi ogni giorno, uscire dalla mediocrità, dall’apatia, dall’anestesia dei sentimenti – perché spesso nella coppia si introduce questa sorta di freddezza emotiva, per cui ognuno è scontento e poi scarica le proprie rabbie o tristezze sull’altro. Il problema è di scegliere la tenerezza come progetto di vita.

 

Trascrizione da registrazione non rivista dall’autore

06 – La tristezza – L’antidoto della tenerezzaultima modifica: 2009-06-26T06:31:00+02:00da fragiampaolo
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