Omelia III domenica di Pasqua, rito ambrosiano, anno C

Paolo a Roma.jpgLa maggior parte dei cristiani pensa che si possa vivere da cristiani, parlare come cristiani e parlare di Cristo solo in alcune situazioni e con alcune persone. Non è così!

Quando noi ragioniamo in questo modo, mettiamo nel nostro parlare, nel nostro vivere, nel nostro essere un errore che ci spezza in mille situazioni, in mille frammenti, che ci distrugge dal di dentro. Perché noi – per quanto riusciamo a capire – decidiamo che in una certa situazione si può parlare, si può annunciare, si può vivere secondo un determinato stile e in altre circostanze no.

Il luogo classico in cui si applica questo preconcetto negativo è il lavoro. Tantissimi cristiani quando si trovano sul posto di lavoro, sono su un altro pianeta e sono altre persone rispetto al loro modo di essere in altri ambiti, a casa o nella comunità cristiana. Sembra proprio che si tratti di persone completamente diverse. Non perché si comportino in modo terribilmente negativo; piuttosto è come se diventassero “neutri”, senza più nessuna relazione con il mondo del Vangelo. Dobbiamo chiederci: come è possibile? E’ forse vero che esistono condizioni ideali per annunciare il Vangelo, rispetto ad altre? In realtà no. L’unica “condizione” da tenere in seria considerazione è la condizione di chi deve annunciare, non delle persone a cui si rivolge l’annuncio. Perché l’annuncio va rivolto sempre, in ogni situazione “opportuna e non opportuna”. Quello che fa problema, di solito, è il nostro cuore. Dentro di noi è scarsa  la consapevolezza che davvero non ci dobbiamo “vergognare del Vangelo”, come diceva Paolo. Invece, qualche volta sembra che ci vergogniamo del Vangelo. E’ evidente, dal momento che non ne parliamo mai, non lo citiamo, non ci appelliamo al suo insegnamento, non riusciamo a controbattere di fronte a qualcuno che fa i soliti discorsi contro la Chiesa; restiamo tutti come assenti, zitti, in silenzio: guai a dire una parola. Se non riusciamo a muoverci nella direzione giusta, vuol dire che c’è qualcosa che non funziona. E’ chiaro che non riusciremo a farlo tutte le volte, ma almeno non dobbiamo fermarci in base ad un pregiudizio, una presa di posizione che è già data – non importa quale sarà la situazione reale: in una certa circostanza, in un certo ambiente non si parla di Gesù.

 

Osservate come, in realtà, le letture che oggi ci sono donate vanno in tutt’altra direzione – tanto nel dialogo che Gesù ha con i suoi interlocutori, quanto nell’esempio e nelle parole di Paolo. Dicono che il Vangelo va sempre annunciato, senza vergognarsi mai. Pensate a…

 

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Immagine: Paolo agli arresti a Roma, WEIGEL, Johann Christoph, 1695.

Omelia III domenica di Pasqua, rito ambrosiano, anno Cultima modifica: 2010-04-19T21:39:50+02:00da fragiampaolo
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