Omelia battesimo di Gesù 2010

Noi siamo abituati a sentire Gesù che parla del Padre, a sentire Gesù che rivela il Padre. E a volte facciamo poco caso a quei momenti nei quali invece accade il contrario. Dove è il Padre che rivela il Figlio; dove è il Padre che parla di Gesù. Succede nel Battesimo di Gesù che oggi celebriamo, succede nella Trasfigurazione, succede in realtà anche nella Risurrezione di Gesù. Sono momenti in cui è il Padre che parla, mette il sigillo della Sua Parola, dicendo che Gesù è davvero l’Amato, bisogna fidarsi di Lui. Il Padre interviene e ci mostra, ci rivela il Figlio.

L’elemento di particolare interesse del brano evangelico di Luca, che ci è donato, è che stavolta la rivelazione avviene in un certo senso “sbirciando”. Nel senso che non è fatta direttamente a noi. Il Padre non si rivolge a noi per indicarci Gesù e confermarci la Sua identità di Figlio amato. Avviene invece come se ci venisse concesso di ascoltare –  sia pure secondo i nostri limiti, le nostre possibilità –  il dialogo che intercorre tra il Padre e il Figlio. E’ come se all’improvviso le nostre orecchie si aprissero e noi potessimo sentire il Padre. Il Padre dice: “Tu sei l’Amato”. E dall’altra parte il Figlio non risponde parlando, risponde operando. Risponde mettendosi dentro nel luogo dei peccatori, in obbedienza alla Parola del Padre. Lui, il Figlio obbediente in tutto, obbedisce alla volontà di Dio di raggiungere ogni uomo, di ogni tempo, in ogni situazione, anche i più lontani e quelli che hanno compiuto i maggiori peccati. Risponde in questo modo: lasciandosi amare e operando attraverso un amore che obbedisce.

Ecco, noi, nel momento in cui Gesù riceve il Battesimo, in qualche modo abbiamo la possibilità di intravedere, di sentire qualcosa di questo continuo dialogo d’amore, che intercorre sempre tra il Padre e il Figlio.

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Un dialogo d’amore che non è chiuso, ma continuamente si apre e ci coinvolge, attraverso l’immenso dono che ci raggiunge e che è il senso profondo di quanto oggi celebriamo.  Quello che Gesù sta vivendo è un anticipo della morte di croce. D’istinto tende a scandalizzarci  il fatto che Gesù vada a farsi battezzare: dal momento che non ha peccati, non ne ha alcun bisogno. In realtà in tutta la tradizione della Chiesa si è sempre compreso che ha un senso grande e profondo il Suo scendere e prendere su di Sé tutto ciò che i peccatori fanno, mettendosi al posto dei peccatori. Perché, quando salirà sulla croce, Lui prenderà il nostro posto come “il peccatore”, senza aver mai peccato. Non ha mai operato il peccato, ma si colloca al cuore di quella vita che noi a volte costruiamo secondo criteri sbagliati e lo fa entrando nell’acqua del Giordano. Entra in quest’acqua, che diventa il sepolcro, diventa il luogo dove Lui viene sepolto. Ma il sepolcro di Gesù è, con la Pasqua, un luogo di passaggio. Il sepolcro di Gesù diventa il luogo dove Lui entra, ma per aprire, per sfondare le porte della morte…

 

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Omelia battesimo di Gesù 2010ultima modifica: 2010-01-18T12:17:01+01:00da fragiampaolo
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