Matteo 5,1-13

Con questo post inizia una rubrica che ci accompagnerà fino a maggio. Ho chiesto ai consiglieri pastorali di regalarci una piccola riflessione su alcuni versetti del vangelo di Matteo. Trattandosi di una rubrica settimanale leggeremo diversi capitoli del suddetto Vangelo. Ho chiesto di leggere e commentare da laici l’evangelista in un ottica comunitaria: quali strade ci suggerisce per crescere insieme? Quali dimensioni ci chiede di incentivare? Cosa chiede di tagliare?

 

Perché questo lavoro? Perché è tempo di cambiare. Le comunità cristiane sono consapevoli che niente è come prima: è cambiata la cultura, non più legata al sentire cristiano, ma anzi spesso profondamente avversa alla fede e la struttura ecclesiale è costretta a cambiare a causa del diminuito numero dei sacerdoti. Esiste una emergenza e va riconosciuta e affrontata. Ma siamo convinti che c’è di più in questa situazione, ci sono una chiamata e una missione. C’è l’invito a cogliere i segni dei tempi e a capire che sta germogliando una cosa nuova. Quale? Verso dove siamo diretti? Non lo sappiamo ancora. Ma siamo consapevoli che a nulla servirà cambiare le strutture esterne della comunità se non partiremo da un costante atteggiamento di ascolto della Parola, di conversione, di gioiosa accoglienza dei sacramenti. La riforma della Chiesa non trova mai soste e parte sempre dal cuore.

 

Un grazie anticipato ai Consiglieri per i loro contributi. Buona lettura e meditazione a tutti.

 


“Beati voi, quando vi oltraggeranno e vi perseguiteranno e vi calunnieranno in ogni modo per causa mia. Gioite ed esultate, perché la vostra ricompensa sarà grande nei cieli; così, infatti, perseguitarono i profeti che vi hanno preceduti. Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa scipito, con che gli si renderà sapore? Non è buono ad altro che ad essere buttato fuori e calpestato dagli uomini.” ( Matteo 5, 11-13)

 

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Questa beatitudine ci costringe a fare la differenza in un mondo che vive di indifferenza e di vuoto.

Vuol dire testimoniare, prendere posizione andando anche contro corrente. Vuol dire avere il coraggio di accogliere anche se fa paura. Vuol dire avere il coraggio di prendere posizione davanti ad una politica corrotta. Vuol dire avere la voglia di mettersi a lottare per la nostra Madre Terra , così maltrattata e depredata. Vuol dire avere la pazienza e l’impegno di ritornare ad educare.

Come vedete ce n’è abbastanza per essere insultati, perseguitati ecc….

Ritorniamo ad essere sale, diamo sapore alla nostra vita.

 

 Jorio

 

Immagine: Martirio di santo Stefano, dal Breviario di Martino d’Aragona, Spagna, Catalogna, XV sec. Conservato nella biblioteca Nazionale di Francia.

Matteo 5,1-13ultima modifica: 2009-10-06T12:07:00+02:00da fragiampaolo
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