Omelia V domenica dopo il Martirio del Battista, rito ambrosiano, anno B

Amare Dio non è ovvio. Non solo in riferimento a chi non crede, ma anche ai credenti. A livello naturale buon samaritano2.JPGDio lo puoi rispettare e temere, puoi obbedire e offrire sacrifici, puoi fare molte cose belle e nobili, ma amarlo è un dono. Dio consente che possiamo rispondergli da figli e amici, non da schiavi. Non si accontenta di amarci, ma fa ogni cosa per insegnarci ad amare come lui, per coinvolgerci nel suo modo di esistere-come-dono-di-sé.

Possiamo rispondere all’Amore con l’amore, al Dono con il dono. Dovremmo pensare più spesso a questa meravigliosa possibilità senza mai darla per scontata.

 

Ma si realizza anche in un altro modo, altrettanto bello e profondo.

 

Ogni nostro amore trova la propria sorgente nel Suo Amore. Lui ha scelto di patire con noi, ha avuto com-passione, ci ha soccorsi, ci ha dato la vita, ci ha aperto le porte dell’amore.

Quando amiamo è Lui che ama. Eppure siamo anche noi. L’amore cristiano è diverso ogni volta che si realizza perché è il miracolo dell’unione – sempre unica e irripetibile – dell’Amore di Dio e del nostro amore. È l’unico, perfetto amore di Dio che si manifesta in san Pietro, san Francesco, santa Margherita, il sacerdote che mi ha introdotto alla fede, due sposi, un volontario della Caritas… eppure ogni volta entra nel mondo in modo nuovo perché si realizza come l’amore concreto di Pietro, Francesco, ecc. e nessuno è solo strumento ma sempre collaboratore.

 

Se vuoi leggere l’omelia della V domenica dopo il Martirio su questi temi (e su molti altri: ma quanto sono stato lungo?): V_Domenica_dopo_il_Martirio_di_san_Giovanni_Battista.doc

 

Immagine: Cristo Buon Samaritano, icona contemporanea

Omelia V domenica dopo il Martirio del Battista, rito ambrosiano, anno Bultima modifica: 2009-10-02T12:30:29+02:00da fragiampaolo
Reposta per primo quest’articolo