omelia X domenica dopo Pentecoste, anno B, rito ambrosiano

Dio è in mezzo a noi, ha posto la sua dimora tra gli uomini.

È strano come ci si abitui anche a realtà che non dovrebbero permettere l’assuefazione. Forse le anestetizziamo in qualche modo. Forse non le abbiamo mai veramente accolte.

 

Presenza di Dio. Mille modi di essere con noi: nell’amore di un uomo e una donna che uniscono per sempre le loro strade in Lui; nel gesto della carità che vede l’altro come un uomo e incrocia lo sguardo di Cristo; nella preghiera, elevata con serena fiducia nei giorni della gioia e con fatica in quelli bui della lotta interiore; nell’Eucaristia che accogliamo nella fede e in ogni sacramento che apre il presente al Regno di Dio… Presenza! Mille strade sulle quali cammina con noi. Mille sguardi, sussurri, sostegni, strigliate. La Sua presenza è un dono e un miracolo continuo. Il Maestro continua a cercare chi è perduto, il Figlio a donarsi per amore, il Signore a risorgere come primogenito di una vita nuova.

 

Ecco: è alla porta e bussa. E noi a sbirciare dietro le tende, pensando se aprire o fingere di non esserci. Ma Lui già non si vede più: non c’è nessuno alla porta.

Ancora bussa e ancora il timore è più forte dell’amore, l’abitudine al peccato più potente del fascino della grazia. Sbirciamo. Non c’è più nessuno alla porta.

 

Fossimo più attenti sapremmo che il rumore non viene dalla porta esterna ma dalla stanza più interna del cuore. Lì c’è lo spazio della Presenza. Non lo sappiamo perché non siamo mai entrati in quella parte della casa. Non possiamo. È spazio indisponibile. È il Suo spazio.

Ma è anche il centro del nostro mondo: della nostra intelligenza, dei nostri sentimenti, delle nostre azioni.

 

Quando lasciamo entrare – o uscire? – Colui che bussa, la nostra vita trova equilibrio, armonia, senso, scopo. Quando ci accorgiamo di essere noi il Tempio, il luogo della Presenza, tutto acquista uno spessore nuovo e inizia la vera battaglia contro le tenebre che abbiamo a lungo servito. Che ancora, spesso, serviamo.

 

Egli scaccia tutto ciò che non è ricerca e amore. E fa male.

 

Finisce il tempo del compromesso e inizia quello del discepolato.

 

cecco_caravaggio.jpg

 

Immagine: Cecco del Caravaggio, (Francesco Buonieri), “Cacciata dei mercanti dal tempio” 1610-15, Berlino, Staatliche Museen.

 

N.B.: queste riflessioni nascono da quelle fatte domenica durante l’omelia, la quale, però, non mi convince pienamente. Riletta a distanza di due giorni mi sembra inesatta in molte espressioni e in particolare dove, per enfatizzare l’attenzione sulla responsabilità e le conseguenze del non accettare la Sua presenza, trasformo quello che ho chiamato il “luogo del cuore”  in un posto frequentabile da qualunque “divinità”. Non credo sia una buona immagine (perché di immagini ovviamente si tratta).

 

Più correttamente: il centro della nostra vita resta in realtà sempre abitato da Lui. Il Battesimo ci ha consacrato Tempio dello Spirito in modo definitivo. Possiamo edificare altri “templi”, questo si, ma saranno sempre ‘fuori centro’. Se li vogliamo trasformare nel nucleo della nostra esistenza, saremo sempre sbilanciati, instabili, mutevoli. Di esperienza ne abbiamo tutti quanto basta!

 

Siccome però non ho voglia di mettermi a cambiare metà predica la pubblico com’è. Leggetela con spirito critico – come mi auguro sempre avvenga – o non leggetela affatto che non cambia nulla e tenete solo il commento fatto in questo post. Meglio ancora: rileggete solo le letture e pensate a cosa avreste detto voi.

Comunque se proprio non potete fare a meno di leggerla: X Domenica dopo Pentecoste.doc

omelia X domenica dopo Pentecoste, anno B, rito ambrosianoultima modifica: 2009-08-11T18:59:43+02:00da fragiampaolo
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3 pensieri su “omelia X domenica dopo Pentecoste, anno B, rito ambrosiano

  1. Grazie per le omelie che mi stanno cambiando la vita. Grazie anche per queste estive che ritrovo al rientro dalle vacanze! A proposito dell’ultima, 11-8-09, nel commento lei scrive di avere dei dubbi sull’intera omelia…sono andata a leggerla con occhio critico e sinceramente non trovo…è illuminante come sempre e ringraziamo Dio di darle questo dono! Certamente siamo superficiali come lei giustamente dice ma Gesù conosce così bene questo nostro limite e la sua Misericordia interviene… Noi abbiamo come pena alla nostra superficialità e fragilità l’impegno di “perseverare fino alla fine”…e non è un pegno da poco…
    Grazie, Grazie e avanti che il male non prevarrà!!!

  2. Grazie per il contributo che ci hai mandato.Domenica,mentre ti ascoltavo, saliva dal mio cuore una domanda:”e noi?e dentro di noi?” Mi tornava alla mente quanto mi dicesti:” dentro di noi c’è uno spazio remoto,gestito dal ns. libero arbitrio,che Lui, nella sua infinita UMILTA’ non invade” aspetta e quando apriamo entra con prepotenza amorevole e si dona TOTALMENTE. Dolcezza infinita, anche se non sempre percepita, tenerezza che solo chi ama con pazienza sa donare. GRAZIE per la possibilità di parlare di Lui.

  3. Ho letto le riflessioni inerenti all’omelia della X Domenica, e sono andata a leggere l’intera omelia perchè non l’avevo ascoltata direttamente. Gli spunti e le sollecitazioni sono parecchi in entrambi; condivido la “correzione” che hai apportato perchè la trovo sicuramente più chiara e positiva.
    E’ forte in me il senso del mio Battesimo che mi dona l’appartenenza a Cristo e alla Sua chiesa e mi commuovo profondamente per ogni creatura fatta cristiana.
    Poichè il cristianesimo non è un sentimento, ma un fatto accaduto realmente, mi è dato così di incontrare Cristo e di ospitarlo nel profondo del mio cuore attraverso lo Spirito Santo, che prendendo possesso di me mi rende Suo tempio;ne faccio esperienza nei sacramenti, nella preghiera personale o comunitaria, così come in ogni realtà esterna e intorno a me in cui mi imbatto e con cui mi è chiesto di relazionarmi. Cosi facendo in ogni istante è data a ciascuno di noi la possibilità di riconoscere Cristo, il Risorto, quale PRESENZA reale e viva dentro e in mezzo a noi, più intimo a noi di noi stessi. Tutto ciò è un dono meraviglioso! Lui opera e trasforma la storia e regna in tutti i cuori poichè E’ TUTTO IN TUTTI. Se lo lasciamo agire, come ben ci ricordi, inizia per ognuno di noi il tempo del discepolato.
    Lori

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