05 – La paura impedisce la scelta della tenerezza

paura.JPGL’altro sentimento, la paura, pare che sia più femminile, però anche qui ci sono eccezioni. Questo sentimento della paura va distinto bene dalla sana prudenza – se io vado a trecento all’ora sull’autostrada sarà meglio che abbia paura. Qui, quando si parla di paura, si intende quell’ansia, quello stato di agitazione che uno vive sempre. Per cui vive sempre con questa preoccupazione martellante che qualcosa accadrà, anche se le cose vanno bene. Anche questo è un sentimento distruttivo, perché uno non può vivere sempre nella “pre-occupazione” – “occuparsi prima”, nell’ansia che qualcosa accadrà: è uno stress continuo. Pare che questo sentimento dell’ansia derivi dal concetto greco di “destino”. Faccio una piccola parentesi: il concetto greco di destino è una sorta di fato impersonale che guida la storia, per cui siamo in balìa di questo destino capriccioso; la storia è ciclica e c’è un periodo buono e poi un periodo cattivo. Noi purtroppo abbiamo assimilato questo concetto, spesso infatti usiamo questa espressione: “E’ il destino!”. Non usate più questa parola! Non esiste per noi il destino! Per i cristiani esiste Dio Provvidenza, che ci ama, e la nostra libertà, che può dire “sì” a Dio o che può dire “no”. Ecco, l’ansia in gran parte deriva da quest’idea per cui le cose vanno bene, ma qualcosa succederà. La tragedia greca deriva da quest’idea del destino. Che cosa succede quando c’è l’ansia, quando ci si lascia guidare dal destino? Pensate quanti in Italia vivono sotto l’ansia del destino e si lasciano abbindolare dai maghi. Sono oltre undici milioni gli utenti di magia in Italia. Facendo fare i soldi a questi cialtroni di maghi e cartomanti. Evidentemente, la gente ha paura, perché in fondo la magia si gioca su questo, sul sentimento della paura riguardo alla ricchezza, all’amore, alla salute e allora ci si affida a queste persone.  Quando uno dei due coniugi è ansioso, si crea una difficoltà comunicativa fra i due. Perché chi vive nell’ansia, vive sempre nella paura che qualcosa accada. Allora l’altro ha paura anche a dire mezza parola, perché ha paura di incrementare quest’ansia. L’ansia è all’origine di quella che si chiama la “gelosia patologica” nella coppia. La persona ansiosa vivrà sempre col sospetto che il coniuge possa tradirla, per cui sarà continuamente a fare accuse, continuamente penserà che qualcosa c’è, vedrà sempre il male in qualunque cosa. Voi sapete che la gelosia patologica è distruttiva per la coppia. Altro è la sana gelosia, che è importante nella coppia. Perché che ognuno dei due voglia che l’altro sia solo per sé, questo è sano. La gelosia patologica invece è uno stato di preoccupazione, di agitazione che impedisce un sano dialogo, impedisce una comunicazione serena. Anche l’altra parte non sa mai se una cosa dirla o non dirla. Ho inventato una storiella per spiegare questo concetto. Facciamo conto che in una coppia lei sia ansiosa, quindi viva questa gelosia un po’ malata, troppo accentuata. Il marito va a prendere il caffè, uscendo dall’ufficio, e arriva una ex fiamma e si salutano e tutto finisce. Per strada si chiede se deve dire alla moglie che ha incontrato una sua ex, ma decide di non dirle niente per non agitarla inutilmente. Succede però che, mentre lui e la ex erano insieme a prendere un caffè, passava da quella strada un’amica della moglie. Questa naturalmente non resiste, telefona alla moglie e aggrava ancora di più la situazione perché comincia: “Ho qualcosa da dirti ma non te lo posso dire”. Già lei è ansiosa, figuriamoci come l’ansia cresce. Poi alla fine le dice che ha visto il marito con la ex, magari anche arricchendo di particolari eccessivi. Pensate che cosa succede in quella famiglia, in quella coppia. Perché la moglie giustamente dice: “Non me lo hai detto, dunque c’è qualcosa”. Lui dovrebbe spiegarle: “Però se te lo dicevo, tu mi facevi un sacco di caos; allora ho evitato”. E’ difficile. Una volta ho raccontato questo esempio e un signore mi ha detto: “Ma lei mi ha seguito?”. Si vede che gli era successo qualcosa del genere. E’ un esempio per dire come sia difficile, quando c’è questo stato ansioso, anche comunicare serenamente. Certamente quest’uomo ha sbagliato: è sempre bene dire la verità. Però anche la donna sbaglia, se io ti dico la verità e tu mi crei un caos. Pensate anche a livello educativo: l’ansia è un sentimento contagioso. Una mamma ansiosa, o anche un papà ansioso, comunicano ansia ai figli. Anche qui una cosa è la sana prudenza: se c’è un pericolo va bene saper dire anche dei “no”. C’è un libro intitolato “I ‘no’ che aiutano a crescere”. Ma l’educazione è soprattutto fatta dai “sì”; cioè deve favorire la crescita. Non puoi sempre dire “no” e sempre “attenzione”, perché questo crea personalità instabili, fragili. Il genitore ansioso è iperprotettivo e questo non aiuta i figli a crescere, anzi crea situazioni di debolezza, di fragilità, di paura. L’ansia si comunica. Così come la collera crea personalità colleriche, l’ansioso crea personalità ansiose. Quindi non lasciamoci scegliere neppure dall’ansia.

 

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05 – La paura impedisce la scelta della tenerezzaultima modifica: 2009-06-11T11:16:47+02:00da fragiampaolo
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