I Laici nella Chiesa

La corresponsabilità dei laici nella Chiesa

Niente di nuovo nelle affermazioni che ascolterete, ma realtà ancora molto lontane dal realizzarsi nelle comunità cristiane.

Provate ad ascoltarlo e – da laici – dire liberamente cosa non funziona, cosa bisogna cambiare, ecc. (non nel discorso del Papa ovviamente, ma nelle nostre comunità).

Scrivete la vostra visione. Lasciate spazio alla preghiera per aprire spazi diversi. Suggerite un brano biblico e un commento che aiuti tutti nella riflessione.

Usate uno pseudonimo nel commento se non volete che il vostro nome appaia e sentirvi più liberi di scrivere.  Se poi non ve la sentite di dire niente… amen. Intanto avremo almeno cominciato a pensarci.

 

 

N.B.: Se non siete della parrocchia un motivo in più per raccontarci la vostra visione e aiutarci a costruire. Se non siete credenti è ancora più interessante. 

 

 

I Laici nella Chiesaultima modifica: 2009-05-31T18:09:00+02:00da fragiampaolo
Reposta per primo quest’articolo

3 pensieri su “I Laici nella Chiesa

  1. “Così io sono ai suoi occhi, come colei che procura pace”
    L’abbiamo trovato nella lettura del Cantico dei Cantici, che ci ha accompagnato alla Pentecoste, questo stupendo versetto, pronunciato dalla sposa ed emerso in tutta la sua bellezza nella nuova traduzione. Mi si è proprio inciso nel cuore, con un senso di nostalgia profonda, ma anche con la potente certezza di una vocazione, di un dono che Dio ha preparato per noi. In un’omelia di Quaresima fra Giampaolo ci ha detto che dobbiamo “scoprire il Paradiso che Dio ha messo dentro di noi”. Diventiamo bambini nelle mani di Dio e lasciamoci plasmare da Lui, partecipiamo al gioco della creazione. E scopriamo che così Dio ha voluto la donna, così ci desidera, così nel suo sguardo d’amore già ci vede: “come colei che procura pace”. Una pace che non è solo assenza di conflitti, ma “pienezza dei beni”. Dono assoluto e totale, che continuamente colma la misura del cuore dell’amato, dello sposo, di chiunque ne incontri lo sguardo e persino di Dio stesso. Io voglio avere il coraggio di pregare Gesù – ringraziandolo in questo mese di giugno di sette anni di consacrazione a Lui, sette incredibili anni di vita vera, rinata, ricominciata, che Lui ha custodito con amore più forte di ogni mia miseria -, di essere così ai suoi occhi. Voglio pregare che ogni cristiano, ma soprattutto ogni donna, abbia il coraggio di rialzare lo sguardo verso di Lui e abbracciare col cuore questo desiderio. Che il Signore ci liberi da tutte le nostre ansie di essere forti, intelligenti, vincenti, seducenti, ricche, indipendenti, aggressive, belle, sane, perfette e possa vederci nelle nostre famiglie, nei nostri luoghi di lavoro, nella comunità, nel mondo, nella solitudine, nella preghiera “come colei che procura pace”.

  2. Condivido pienamente ciò che il Papa afferma in continuità con i suoi illustri predecessori.
    La comunione non fa distinzioni: sono profondamente convinto della pari dignità che ciascun cristiano ha, dai presbiteri ai laici,dignità di figli che riceviamo nel Battesimo. Quando ho fatto questa scoperta, ha avuto inizio per me una vita nuova. Siamo tutti figli, ma siamo anche SACERDOTI, PROFETI e RE. Ho imparato che sono “sacerdote” quando offro la mia vita o prego per i miei fratelli. Sono “profeta” quando annuncio con la parola che Cristo è unica salvezza. Sono “re” quando servo gli altri in famiglia e nella comunità.
    Che cosa può desiderare di più un “laico” cristiano? Quali immensi orizzonti di possibilità di salvezza e di felicità sono dati per ciascuno di noi e per gli altri con cui viviamo! Perchè questo non mette “adrenalina” nelle nostre vene? Perchè i cristiani sono spesso tiepidi e insipidi ?
    Perchè per molti essere cristiani significa solo andare a messa la domenica? (sarebbe già un successo!) Perchè anche chi crede sinceramente in Dio e nella Chiesa, non si coinvolge e non si sente “responsabile-con” i sacerdoti, i diaconi, i religiosi nelle questioni ecclesiali?
    Credo si tratti di un problema di EDUCAZIONE. Non si è stati educati in genere a condividere questa responsabilità perchè si pensa che ciò che riguarda la Chiesa sia roba da preti, addetti ai lavori. La fede è in questo modo divisa dalla vita e occupa un angolino dell’esistenza; è una cosa in più da fare (e ce ne sono già tante, soprattutto per chi è sposato!) Se una persona non ha la grazia di incontrare, e poi di accogliere, una forte esperienza comunitaria di vita “diversa” perchè illuminata dall’incontro con Gesù; se una persona non è educata a vivere la propria fede come espressione della propria vita in qualsiasi situazione, vede solo come orizzonte il proprio ombelico e non riesce a spalancare lo sguardo sull’Infinito che è invece l’orizzonte della vita cristiana. Ringrazio il Signore perchè ha voluto che anche solo in minima parte ciò accadesse nella mia vita.
    Se però la “corresponsabilità” non è vissuta dai laici (spesso anche da quelli più convinti) secondo me dipende in gran parte anche dalla gerarchia ecclesiastica che spesso parla di questo (ormai da anni), ma poi ha , o meglio ha avuto di più in passato, la responsabilità di non educare realmente a questa dimensione. Penso che per paura di perdere qualcosa, o per abitudine o per comodità, il clero preferisca spesso una COLLABORAZIONE da parte dei laici, che rimangono di fatto dei gregari.
    Dobbiamo sempre più recuperare la bellezza della nostra vocazione; siamo chiamati a testimoniare la nostra fede in Gesù morto e risorto: questo coincide con la missione della Chiesa nel mondo, ma anche con la realizzazione della nostra santità a cui siamo chiamati nel battesimo.
    Ciao e grazie per questo spazio.
    IVANO

  3. I laici nella chiesa faticano a essere popolo.L’individualismo è la piaga più grande nei movimenti. Anche tra i suoi ministri si respira un accordo apparente, presi individualmente,si criticano senza pietà. Nelle comunità parrocchiali siamo rimasti ai tempi di s.Paolo “Io sono di Paolo, io invece sono di Apollo e io di Cefa. CRISTO E’ STATO DIVISO?” Rm 12/4-5 Poichè,come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, cosi anche noi, pur essendo molti,siamo un solo CORPO IN CRISTO e CIASCUNO PER LA SUA PARTE SIAMO MEMBRA GLI UNI DEGLI ALTRI .
    Con Paolo pieghiamo le ginocchia davanti al Padre dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, perchè ci conceda secondo la ricchezza della sua gloria,di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell’uomo interiore
    Maria prendici per mano e guidaci a Cristo

I commenti sono chiusi.