omelia VI Domenica di Pasqua – rito ambrosiano – anno B

“Perché non abbiate a scandalizzarvi”

 

Quale tipo di scandalo viene preso in considerazione qui? Perché siamo tutti coscienti che Gesù di Nazareth può scandalizzare in molti modi.

Credo possiamo pensare ad un doppio scandalo: il primo è relativo alla apparente debolezza di Dio, conversioneSanPaolo.jpgche si manifesta nella piccolezza di Gesù, il secondo alla sua relazione unica con il Padre. Entrambi questi scandali sono tali perché aprono lo sguardo al Mistero della vita stessa di Dio e quanto mostrano è troppo lontano dai nostri schemi mentali per essere accettato senza conversione del cuore.

Questa incapacità di accettare per quello che è Gesù – e il Dio che in Lui si manifesta – continuando a cercare di portarlo al nostro livello di ragionevolezza, o a quello che già abbiamo imparato a conoscere/credere è la costante tentazione cui l’uomo è sottoposto. Qui stà il discrimine tra la fede e l’incredulità. Figura tipica tanto di chi rifiuta che di chi accoglie la rivelazione di Dio è Paolo che ci racconta il suo cammino nella lettura degli Atti.

 

Il primo scandalo è relativo alla piccolezza di Gesù e correlativamente alla strana e almeno apparente debolezza di Dio. Non solo lo stesso Gesù affronta dolore e morte, ma sembra incapace di difendere anche i suoi discepoli. Perché non ci libera dai persecutori? Perché ci lascia nelle mani dei carnefici? Capite che il problema è teologico perché in causa c’è il volto stesso di Dio. Non vive la assoluta Onnipotenza di chi sfascia i mondi solo perché ne ha il potere, ma la Onnipotenza di chi sorregge e serve la creazione. Non distrugge i peccatori ma li cerca e chiede di annunciare loro l’amore anche quando si apprestano a ucciderci e torturarci. Non esime nessuno dalle prove della vita ma resta accanto ai giusti perché non rimangano mai soli condividendo il loro soffrire e morire.

 

Il secondo scandalo è altrettanto presente in questo brano e riguarda direttamente il Mistero di Dio. Gesù narra la dinamica dell’agire di Dio come una realtà che lo coinvolge direttamente: Lui stesso manda lo Spirito Santo che procede dal Padre ed è compito del Paraclito rivelare al mondo la verità profonda del Figlio. Questa immagine di Amore che si dona, di un Dio che è Padre e Figlio e Spirito Santo, concordi nell’amarci perché uniti nell’Amore, è la realtà più folgorante dell’annuncio di Gesù. Dio è Amore e Gesù è parte di questo Mistero. Non solo un annunciatore, un profeta, un santo, ma Dio-con-noi, contemporaneamente annunciatore  e annunciato, evangelizzatore e Vangelo.

 

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Immagine: Caravaggio, Conversione di san Paolo

omelia VI Domenica di Pasqua – rito ambrosiano – anno Bultima modifica: 2009-05-19T21:08:00+02:00da fragiampaolo
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