Meditazione per immagini – auguri 2010

Pastori: Testimoni del Mistero

Nell’Ottava del Natale vi proponiamo una meditazione per immagini sul mistero della nascita di Gesù. Attraverso la interpretazione della “Adorazione dei Pastori” di Georges de la Tour (SecXVII) Suor Maria Gloria Riva ci aiuta a “conservare tutte queste cose meditandole” nel nostro cuore, come Maria.

L’augurio è che possiamo vivere questa accoglienza nel cuore per tutto questo nuovo anno.

Auguri di un sereno 2010.

natività delatoour.jpg

Il racconto della Nascita di Gesù è serrato entro l’antro oscuro della grotta di Betlemme.

Dallo sfondo bruno emergono le figure di Maria, Giuseppe e dei pastori  avvolti nei toni caldi del marrone, nel rosso infuocato , nei giochi di luce prodotti da una tremula fiamma. I pastori e la levatrice ci stanno di fronte. Sono giunti di corsa, senza indugio, ma ora si sono come arrestati di fronte all’indicibile mistero che anima quel luogo, quel Bimbo.

 

pastore con flauto.JPGIl pastore più nascosto è un sognatore, tiene un flauto tra le mani e solleva stupito la tesa del cappello. Là fuori ha lasciato i suoi sogni, le sue speranze, l’attesa di un futuro immaginato. Ora, con quel gesto, sembra allontanare tutto, c’è un Presente qui che azzera ogni desiderio, ogni attesa. Questo pastore, proprio perché nascosto, dà profondità alla scena, la luce gli bagna appena il volto rivelando la gioia profonda che, ormai, lo abita. Egli sembra dire: “Sono chiamato ad un’avventura  della quale sono protagonista, ma non artefice. Sono parte di un disegno immenso il cui architetto ha il trono nel Cielo, ma veste, sulla terra, gli umili panni di un Bambino”. Fidarsi della debolezza – questo dice a noi – ardire, osare giocarsi nel rischio della fede. Offrire a Dio tutte le proprie risorse, la propria inventiva, senza reticenze, né malizia, orgoglio o strapotere, ma con l’abbandono docile nelle sue mani. Lo stesso abbandono che ha quel flauto nelle sue mani di giovane pastore  perché il vento dello Spirito divino suoni anche in noi melodie  nuove e di salvezza.

 

pastore con agnelli.JPGL’altro pastore è pensoso, egli ha lasciato là fuori  la preoccupazione delle greggi abbandonate, del fuoco che minaccia di spegnersi, dell’albeggiare che invita a riprendere il cammino. Col pugno serra forte il suo bastone  e ha portato con sé l’agnello più piccolo del gregge: egli è consapevole del suo essere pastore, sa quanto la sua guida sia fragile e la cura del gregge insufficiente alle reali necessità che il gregge stesso richiede. Forse ha avuto qualche timore ad abbandonare il posto di guardia e a gettarsi in questa corsa  alla sequela dell’annuncio angelico. Lui così concreto, così avvezzo ad assumersi per intero le sue responsabilità, si è sentito un po’ a disagio prima di varcare questa soglia. Ma ora anche lui è lì assorbito da quella luce soprannaturale, eppure vera. Davanti a lui c’è una guida più sicura  dell’antico rotolo della legge, c’è una luce più luminosa della torà. Il Dio pastore è qui: chi potrà smarrirsi?  Egli non ha mandato angeli e profeti, ma è venuto lui stesso ad abitare nelle nostre tenebre.

 

donna con acqua.JPGLa levatrice non sa cosa guardare, se la sua ciotola d’acqua inusata  o quel bambino prodigioso venuto al mondo senza aiuto, senza doglie di parto, ma in un’estasi di luce. E’ una donna curata, capace, la si vede nel suo abbigliamento preciso dove nulla è lasciato al caso. Forse avrà sentito compassione per quei due sposi, erranti, senza alloggio sicuro; avrà temuto per quella giovane madre, sicuramente al suo primo parto e si sarà precipitata generosa nella grotta con l’acqua calda per il parto e il peso della sua esperienza: Ora, però, giunta qui, si scopre inutile, scopre che l’opera di quella giovane sposa è di altro spessore rispetto alla sua, che quel bambino la costringe a perseguire un’esperienza di altro genere, di altra natura, di altro segno. Il cuore, allora, le si riempie di dolcezza perché comprende di essere chiamata, anch’ella, ad un’altra maternità. La sua ciotola d’acqua si fa leggera e, benché non più necessaria, non è inutile, essa è il segno della sua risposta a una chiamata che l’ha sorpresa attenta, pronta, vigilante, per quanto inconsapevole.  Come i pastori. Questa donna ci insegna a mettere tutto di noi  nelle cose che facciamo, che ci vengono richieste, consapevoli però che le nostre opere sono riempite da un Altro.

 

san giuseppe.JPGGiuseppe chiude il quadro e ci fa ombra, tiene fra le mani una candela che è segno dell’unica luce che può illuminare il Mistero di quel bambino: la luce della fede. Egli sa di non essere, solo quel Bimbo è. Copre persino la fiamma della candela con la mano, perché una sola è la luce  che deve colpire lo sguardo dell’osservatore: quella di Gesù, l’unica capace di illuminare ogni uomo.

 

madonna.JPGMaria è la più solitaria del gruppo. Apre la scena da sinistra, ma non ha un atteggiamento materno. Non tiene il bambino tra le mani ed è in atteggiamento ieratico, sacerdotale. Le sue mani gettano sull’abito un’ombra che assume la forma delle ali di una colomba. Sono le ali dello Spirito Santo che la inibita, unico autore di quel’evento miracoloso. E’ lei, la Madre, è tutta compresa della grandezza del Mistero che Dio ha compiuto nella sua vita e ha il presentimento del carico di dolore che un simile amore per l’uomo comporterà al suo Dio Bambino.Questo dice il suo abito rosso, lavato già nel sangue dell’Agnello. L’abito di peccato che lei – sia pure senza macchia – accetta di portare con il Figlio: “se anche i vostri peccati fossero come scarlatto  diventeranno bianchi come neve”.

 

gesù.JPGE questo candore promesso dal profeta si registra intenso nel Divino Infante. Gesù è il centro di tutto, è da lui, e non già dalla candela  di Giuseppe, che sprigiona  la vera luce.del quadro. Attorno a lui ruotano tutti i volti  e tutti i simboli del dipinto. Egli è  bambino, eppure già dormiente nel sonno della morte; è neonato eppure già avvolto nelle bende e in un sudario, umile promessa di resurrezione.

 

Tutta la fede della chiesa, tutta la nostra fede è registrata qui: nel bastone del primo pastore si scorge il simbolo di Cristo, vero Pastore dell’umanità, nel flauto del secondo il canto di speranza che Cristo è venuto a portare, nell’acqua della levatrice, le acque lustrali della Madre Chiesa in cui rinascono a vita nuova  i  figli di Dio, nella candela di Giuseppe la fede dei credenti, nell’abito di Maria la chiesa sorretta e guidata dall’Amore, che è lo Spirito Santo, dentro gli infuocati panorami della storia. Tutti ruotano attorno a Gesù, ma Gesù è rivolto verso di noi…costretti lì dietro la tremula luce  della fede. E’ da qui che siamo invitati ad inchinarci  e adorare.

 

Questo testo è stato proposto ai lettori del blog da Antonietta

Meditazione per immagini – auguri 2010ultima modifica: 2010-01-01T07:14:00+01:00da fragiampaolo
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