02 – La tenerezza come progetto di vita

 

Seconda parte della riflessione di don Carlo Rocchetta

La tenerezza come progetto di vita

Come far sì che la tenerezza diventi un progetto di vita, per ogni singola persona, per ogni coppia, anche per ogni persona che si trova nella condizione di separazione? Io ho appena pubblicato un libro, proprio per i separati, intitolato “Vite riconciliate. La tenerezza di Dio nel dramma della separazione”. Certamente la separazione è un dramma. Ma la tenerezza di Dio può alleviare quella300px-madonna_litta.jpg sofferenza. Soprattutto chi si trova ingiustamente lasciato dal coniuge, chi vive il dolore della solitudine, nella tenerezza di Dio può trovare non la soluzione, ma certamente un balsamo, certamente un aiuto per affrontare la propria condizione in maniera “nuova”, ritrovando quella forza che permette di affrontare anche questa difficile condizione di separazione. Questo tema è fondamentale per gli sposi, per i separati e – direi – per i figli. E’ fondamentale per i bambini. Noi abbiamo scritto un libro, intitolato “Il diritto dei bambini alla tenerezza”, perché crediamo che i bambini, che vengono a questo mondo, hanno questo diritto fondamentale. Assieme a tutti gli altri diritti sacrosanti della protezione, dell’alimentazione, hanno il diritto a sentirsi amati, il diritto di trovare una culla, in cui si sentano accolti, amati, apprezzati, possano crescere in maniera profondamente umana, profondamente matura. Voglio leggervi, a questo proposito, il tema di una ragazzina, di prima media, figlia di separati, che racconta un po’ la sua sofferenza. Questo riguarda anche i figli delle coppie in cui non ci si ama. Anche nelle coppie in cui si sta insieme, ma si sta insieme come due binari paralleli, si è separati di fatto, si litiga continuamente, c’è conflittualità, anche in quelle coppie i figli soffrono da morire. Per cui leggo questo tema, non tanto perché è figlia di separati, ma perché dobbiamo renderci conto che, senza tenerezza, non c’è aiuto, non c’è sviluppo pienamente umano per i bambini. Allora mi permetto di leggervi questo tema, perché fa molto riflettere, almeno a livello introduttivo, poi approfondiremo in maniera sistematica il nostro argomento. Il titolo del tema è “Se tu potessi scegliere di rinascere, indicando il luogo, la casa e scegliere le condizioni dei tuoi familiari, che cosa vorresti?”. “Ciao mi chiamo Chiara” – il nome è inventato – “e mi ritengo una persona simpatica e calma. Purtroppo i miei sono separati da tre anni ormai ed io spesso sono molto triste, perché non è semplice dimenticare i momenti felici passati con papà e mamma, tutti insieme come una normale famiglia. Nel senso che, chi potrebbe dimenticarsi i momenti felici passati a scalare montagne, fare gite al mare, tutte le vacanze trascorse insieme tra allegria e divertimento? Insomma, quando passo davanti alla camera della mia mamma, non posso fare a meno di pensare che una volta su quel letto ci dormivano due persone, papà e mamma, e ora ce ne dorme una sola e che, da un momento all’altro, potrebbe dormirci un altro uomo!!! Ora i miei si odiano a morte, sembra quasi di vivere in mezzo ad un campo di battaglia, nel quale mio fratello ed io siamo gli elementi di contesa. Negli ultimi tempi io e mia madre litighiamo parecchio – so che per alcuni di voi potrebbe sembrare normale litigare con i propri genitori, soprattutto se si è nel periodo dell’adolescenza, ma io e lei litighiamo non per motivi banali, bensì per motivi seri del genere: ‘Voglio andare a vivere dal papà. La mia vita con te è un inferno’. E’ per questi ed altri motivi che mi piacerebbe rinascere lontano dall’Italia, giusto per dimenticare il mio brutto e triste – in parte – passato.” – una bambina a 12 anni dice “il mio triste passato”: è un fatto doloroso – “Un Paese lontano, come l’America. Sì, proprio l’America, il Paese dove visse mia nonna, il Paese dove mio papà ha ereditato una casa, il Paese che la mamma mi ha sempre proibito di visitare. Io vorrei rinascere felice.” – questo è il punto più toccante – “ Vivere insieme a papà e mamma come una normale famiglia, tra amore e tenerezza. Non vorrei più vivere nella situazione nella quale mi trovo. Vorrei solo dimenticare l’inferno. Per tali motivi penso spesso a quella che potrebbe essere la mia giornata ideale. Sarebbe la seguente” – pensate la giornata ideale di questa ragazzina! – “Mi alzo alla mattina presto, mi lavo, mi vesto, vado a fare colazione e vengo accolta dai miei: ‘Buongiorno Chiara!’. Dopo aver mangiato, mi lavo i denti, saluto tutti ed esco per andare a scuola. Finita la scuola torno a casa, pranzo insieme a tutta la famiglia divertendoci e ascoltandoci come abbiamo passato bene la giornata. Faccio i compiti e, una volta che tutti li hanno finiti, usciamo a fare un po’ di compere. Torniamo a casa felici e contenti, ceniamo, ci vestiamo per la notte e ci auguriamo la buonanotte. Ecco, non mi sembra di chiedere troppo. Infine vi saluto con un grande ‘Ciao’ al prossimo tema”. Ho voluto leggere questo tema perché queste situazioni purtroppo sono tantissime e, ripeto, non sono solo i casi in cui la coppia è separata, ma anche la coppia che vive insieme, ma vive come se fosse separata, quando non c’è la tenerezza tra gli sposi, quando gli sposi non si amano, quando vivono come estranei l’uno verso l’altro o addirittura manifestano scene talvolta di violenza, se non fisica comunque emotiva. Questi sono traumi. Ecco, quando parlo del diritto dei bambini alla tenerezza, intendo dire tutto questo. Vedete che l’argomento tenerezza come accoglienza, tenerezza come comunione, ha tanti aspetti, riguarda ciascuno di noi singolarmente, riguarda la coppia, riguarda i figli, riguarda i genitori, riguarda il discorso di costruire una famiglia che sia un progetto di tenerezza, una comunità che vive la tenerezza al proprio interno e la comunica, la trasmette agli altri, specialmente ai figli. I figli hanno bisogno di questo. Quando manca la tenerezza, si creano tanti di quei disturbi nei bambini di cui forse noi non abbiamo coscienza. In Italia il venti per cento dei bambini soffre di disturbi seri – 2 su 10 – e la causa in gran parte è il vuoto affettivo, le deprivazioni affettive, le violenze, le conflittualità, le situazioni che sperimentano i bambini nei primi tre/sei anni, che sono quelli decisivi, e poi naturalmente nel periodo successivo. Ho fatto questa lunga introduzione per dire che l’argomento che trattiamo non è un argomento secondario. E’ un argomento che ci interessa da vicino, che interessa le vostre famiglie, interessa tutte le famiglie, interessa i genitori, interessa i figli, interessa gli adolescenti – perché quando gli adolescenti si ribellano in maniera molto più forte del normale ci sono stati dei vuoti affettivi precedenti, delle carenze profonde.

Trascrizione da registrazione non rivista dall’autore

Immagine: Leonardo da Vinci, Madonna Litta, Museo Ermitage di San Pietroburgo

 

02 – La tenerezza come progetto di vitaultima modifica: 2009-05-23T05:47:00+02:00da fragiampaolo
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