Egli si è addossato le nostre iniquità
Quando noi rileggiamo questa pagina di Isaia, ci rendiamo conto che tutto ciò che si sta raccontando è veramente riferimento a qualcosa di grande, di profondissimo, qualcosa che tocca la nostra coscienza viva, che tocca il nostro continuare ad essere lontani da Lui. Lui arriva e si offre a noi, si dona a noi. Il sacrificio di espiazione, in Gesù, diventa una sacrificio di comunione; diventa Dio che offre la Sua vita a noi. Strepitosa questa cosa!
Provate a pensarci un attimo: noi abbiamo peccato e Dio, non solo ci perdona, ma fa al nostro posto quello che noi dovremmo fare. E invece di chiedere la nostra vita – Lui dovrebbe essere l’offeso – ci dona la Sua. E’ un ribaltamento totale del nostro modo di pensare le cose. E’ una realtà che dovrebbe prenderci il cuore seriamente. Pensate se una persona lo facesse con voi, adesso, in questo momento. Qualcuno che ami prende la colpa di qualcosa che hai fatto tu e muore per questo. Anche solo a questo livello, noi non sapremmo più cosa fare per ringraziare, per poter esprimere la nostra riconoscenza verso quella persona. Ecco: questa cosa la fa Dio per noi. Noi non possiamo lasciarla correre come una realtà banale, scontata. Non è ovvia! Vi rendete conto che Dio non era costretto a farla? L’ha fatta perché l’ha voluta. L’ha fatta per amore.
Dio poteva tranquillamente starsene ad aspettare che noi offrissimo in olocausto non solo qualcosa, ma noi stessi. E aveva tutto il diritto di esigerlo: noi abbiamo peccato contro di Lui e avremmo dovuto pagare. Invece, quello che Lui fa, è entrare nel nostro peccato, prenderlo su di Sé, come se fosse una cosa Sua, prenderne comunque tutte le conseguenze ed espiarlo Lui. E, nell’espiarlo, donarci tutto il Suo amore, tutto il perdono.
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Immagini: i due ladroni della Crocifissione di Antonello da Messina conservata al Koninklijk Museum voor Schone Kunsten, Antwerp, opera del 1475.