Omelia X Domenica dopo Pentecoste, rito ambrosiano

Scusate il ritardo, ero convinto di aver già caricato l’omelia durante la settimana

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Antelami-Salomone.jpgLa prima lettura che abbiamo ascoltato ha un andamento che ci ricorda un po’ quello delle favole. Sembra ricalcare uno schema ben noto, nel quale appare il genio e ti invita ad esprimere un desiderio: chiedi quello che vuoi e ti sarà dato. In realtà, al di là della forma narrativa, apparentemente ingenua, ma tipicamente orientale, il contenuto è profondo. Perché, in fondo, la domanda che ci viene rivolta è: “Che cosa desideri davvero?”. 

Se adesso Dio dovesse apparirti e dirti: “Dimmi quello che vuoi!”, che cosa risponderesti?

Qual è il vero desiderio che sta dentro il nostro cuore? Diciamo che un bel po’ di SuperEnalotto verrebbero fuori, probabilmente insieme a richieste molto più serie, relative a  problemi veri, a situazioni che non si sa come affrontare.

A pochi di noi, però, verrebbe in mente di rispondere come Salomone, che evidentemente era già saggio prima di chiedere la saggezza – altrimenti non sarebbe arrivato a formulare tale richiesta.

Salomone chiede la capacità di discernere. Di riconoscere chi ha ragione e chi ha torto, dove sta il bene e dove sta il male.

Sembra strano che non abbia voluto doni diversi, più immediati da desiderare, più facili da apprezzare. Guardate che se noi avessimo il coraggio di chiedere la sapienza ci accorgeremmo che davvero in essa c’è la radice di ogni bene. Non è un dono che serve solo ad un re – che servirebbe tanto ad un politico, ad un giudice, ad un prete che deve giudicare le persone in confessionale, ad uno psicologo che le accompagna – tutti ambiti dove il giudicare è un’attività fondamentale.

 

Serve nella vita di tutti i giorni: pensate a quante volte noi giudichiamo non secondo giustizia e non secondo verità, ma secondo mille altri criteri. E giudichiamo chiudendo le persone dentro una gabbia e non riconoscendole nella loro verità. Magari giudichiamo un agire senza comprendere che cosa spinge le persone a muoversi in quella direzione. Giudichiamo un fatto senza comprendere quante conseguenze ha dentro la persona che fa il male. Noi facciamo fatica a capire l’altro.

Se avessimo il coraggio di chiedere il dono della vera sapienza, questa ci consentirebbe di riconoscere il cuore dell’altro e – come diceva la lettura domenica scorsa – fare come Dio, che guarda il cuore, non l’apparenza. Molte cose sarebbero allora possibili. E ci accorgeremmo che  nascerebbe la pace, la capacità di vivere secondo criteri diversi, di entrare in relazione con le persone.

 

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Immagine: Salomone, Benedetto Antelami

Omelia X Domenica dopo Pentecoste, rito ambrosianoultima modifica: 2010-08-08T22:21:57+02:00da fragiampaolo
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