Cristo è risorto! E’ un evento presente. Cristo è vivo, adesso. E’ il Vivente. Noi dobbiamo rifare quel percorso che ha stupito i primi cristiani e che deve prendere il cuore anche a noi e ci deve far superare questa mentalità individualista ed apatica.
Che cosa è successo nel primissimo periodo dell’annuncio cristiano? Il punto di partenza è che gli Apostoli hanno visto il Signore risorto. E anche molti discepoli hanno visto il Signore. La seconda lettura ci testimoniava che l’esperienza dell’incontro col Risorto non ha riguardato solo poche persone: “In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta”. Tuttavia queste persone, pur vedendo, hanno tutte dovuto credere. Se avete fatto caso, nel brano del Vangelo, si ripete due volte che Maria “si voltò”. Il primo “si voltò” è riferito ad un’azione fisica. Maria sta parlando con i due uomini – che in realtà sono angeli – che le stanno di fronte; arriva Gesù e lei si gira verso di Lui. Ma poi, quando Gesù la chiama: “Maria!”, il testo dice che Maria si volta di nuovo. Ora, siccome non è pensabile che abbia girato le spalle a Gesù, ovviamente questo secondo “si voltò” va inteso nel senso di “cambiò”, “si convertì”. Vuol dire che di fronte al Signore, pur vedendolo, ha dovuto credere. E così è stato per tutti gli Apostoli. Se voi leggete i racconti delle apparizioni, di solito quando i discepoli vedono Gesù hanno una specie di blocco – come se dicessero: “Ma no, non è possibile!” – e non credono immediatamente. Anzi, in uno dei brani che la Liturgia ci offre nei prossimi giorni, si racconta di Gesù che appare ai discepoli e comincia a parlare con loro, e “alcuni dubitavano”. Hanno dovuto credere. Hanno dovuto fare questo passaggio dal vedere al credere.
Quando poi gli Apostoli vanno da qualcuno che non ha visto Gesù e dicono: “Ho visto il Signore. Il Signore è risorto!”, probabilmente sono loro i primi ad essere sorpresi dall’esito dell’annuncio. Hanno di fronte persone che, in molti casi, non hanno mai nemmeno sentito parlare di Gesù – perché…
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Immagine: Noli me tangere, Tintoretto