Due attese. Una fatta solo di un’indefinita, superficiale speranza; l’altra fatta di certezza. Tutto il tempo dell’Avvento è servito ad insegnarci che qualche volta capita di vivere secondo la prima modalità, ma quella giusta è la seconda. Ecco, noi siamo chiamati a vivere l’attesa – soprattutto di questi giorni – come un’attesa piena di una speranza, che è una vera certezza: Lui c’è; è già presente; stiamo attendendo la Sua piena manifestazione.
Siamo invitati, quindi, ad entrare nel cuore di Maria: perciò lei è collocata al centro della Liturgia di quest’ultima domenica prima del Natale. Lei è la grande figura di riferimento, per dirci come dobbiamo e possiamo vivere questo tempo, questi giorni. Ascoltiamo il suo cuore per crescere con lei e per imparare da lei. La Liturgia identifica questo entrare nel cuore di Maria con la letizia. Noi possiamo e dobbiamo entrare nel cuore di Maria, sapendo che quello che troviamo è la letizia. La letizia del cuore, quella che da dentro ti fa sgorgare qualcosa di nuovo.
E’ l’invito dell’angelo: “Rallegrati, piena di grazia” – lo abbiamo ascoltato nella traduzione nuova. “Rallegrati” è l’invito che viene rivolto a Maria nel brano del Vangelo, ma è presente in tutta la Liturgia e soprattutto nella seconda lettura che ci viene donata. Paolo esorta a vivere immersi in questa gioia profonda, che nasce dall’attesa e dall’incontro con il Signore. Di fatto questa pagina di Paolo, inserita nella Liturgia della Divina Maternità, diventa anzitutto la descrizione del cuore di Maria. Ci racconta la vita intima di Maria, che è chiamata anche…
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Immagine: Madonna del parto